Scritto da: Edmond Dantes

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...una voce d'uomo che le fece di colpo aprire gli occhi e tornare alla realtà di degente. Era rimasto in piedi sulla soglia della porta, aveva un mazzo di rose azzurre, lo fissò a lungo fino a quando non lo riconobbe. "Buon giorno." Rispose accennando a un timido sorriso. Rimase ancora un po' in silenzio, sempre fermo sulla soglia, mentre la fissava con una soave curiosità. "Non esordisco con la solita frase di circostanza" Come stai? "Perché la ritengo fuorviante. Ero da queste parti ed eccomi qui." "Come vedete, anche noi medici ci ammaliamo." Lui chinò il capo. "Il tuo darmi del" lei "appartiene alla deformazione di medico?" La fece sorridere. "Scusami, è l'abitudine." Finalmente le si accostò lentamente mentre continuava a osservarla come a volerle violare l'anima. "La tua bellezza è intatta. Ti ci manca il tuo camice di regina bianca." Sorrise ancora: "Regina bianca?" "Ausiliarie, infermiere, caposale, medici, direttori. Siete tutte regine bianche perché con il vostro lavoro acquisite l'autorità sovrana di assisterci." Dal suo ingresso, era la terza volta in pochi minuti che l'aveva fatta sorridere, si sentiva bene, era la sua voce calda, il suo sguardo che voleva conoscerla, a ... [segue »]
Composto martedì 27 marzo 2018

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    Scritto da: Edmond Dantes
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    #IORESTOACASAeSCRIVO

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