La ragazza che guardava gli aerei
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Ricordo che piangeva quando l'incontrai.
Fu in un tiepido venerdì di fine marzo e mi stavo dirigendo all'aeroporto di Treviso perché esigenze editoriali mi obbligavano a recarmi nella Capitale. Tuttavia non avevo ancora scritto una riga ed il giorno dopo sarei dovuto essere in redazione con un racconto pronto per essere pubblicato. Ero preoccupato per la reazione che avrebbe avuto il mio editore di fronte alla notizia:
- Capo, questo mese non sono ispirato.
Ho acquistato all'ultimo momento il biglietto dell'aereo delle 23 per Fiumicino sperando che la notte mi portassero consiglio.
Arrivai in perfetto orario al nuovo aeroporto, ma non riuscivo a godere della novità architettonica. Ero troppo preso dall'idea ossessiva di trovare una storia.
Tra la folla, cercavo una scena o volto che mi potessero ispirare ma non trovavo nulla. Nessuna musa mi veniva in aiuto. Ripensai per un attimo alla mia Giulia: da quando mi aveva lasciato con lei se ne era andata via anche la mia creatività. Avrei potuto chiederle i danni?
Presi la carta d'imbarco e velocemente mi diressi verso il gate in compagnia del mio pc portatile. Non mi muovevo mai senza. Ormai è diventato un'estensione del mio corpo, un prolungamento artificiale della mano e del ... [segue »]
dal libro "Matrimoni scoppiati" di
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