Scritto da: IGNAZIO AMICO

Angiliddru


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...messo a disposizione in cambio di piccoli servizi.
Si guadagnava da vivere, o meglio sopravvivere, attingendo acqua alla pubblica fontana per incarico di qualche
famiglia benestante, che poi lo ricompensava con qualcosa di commestibile. Tutto il giorno lo si incontrava con una
brocca in bilico sulla spalla, scalzo, sporco, matido di acqua e di sudore.
La sera serviva da bere in una bettola, con la perizia e le buone maniere di un perfetto cameriere, rimediando qualche bichiere di vino, piccole mance ed i resti della cucina, che, dopo le pulizie del locale, costituivano il
suo vero, unico pasto della giornata.
Una vita più che squallida, che il nostro amico, non potendola cambiare, accettava con rassegnazione ed anche col
sorriso. Il suo volto era costantemente allegro, salutava chiunque incontrasse con profondi inchini, allargando le braccia
e roteando il bastone con impeccabile galanteria, specialmente alla presenza di una donna.
Angiliddru nutriva una grande passione per l'opera dei pupi, il teatro di marionette che in Sicilia allora era tanto
diffuso ed amato dalla gente. Durante le feste paesane era solito venire dal catanese il puparo don Nunzio, il quale
prendeva in affitto un locale che adattava a teatrino per i suoi pupi, cui faceva rappresentare le gesta dei Paladini di
Francia.... [segue »]

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    Scritto da: IGNAZIO AMICO

    Commenti

    1
    postato da , il
    Per essere un racconto è molto ben immaginato,tutto fantasia? Ho i miei dubbi.  bravo se me lo permetti.

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