I morti viventi: Rufus.
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Era una mattinata fredda.
Il vento ululava nella stretta stradina che dal porto conduceva al Foro.
Gelide raffiche di vento investivano, a tratti, le tante persone che si affollavano nel piccolo porto di Pompei.
Urlavano e si sgomitavano per afferrare la merce scaricata dalle navi senza guardarsi in viso, avvolti com'erano nei pesanti mantelli per ripararsi dal freddo pungente.
Rufus afferrò il grosso sacco di farina e velocemente s'incamminò su per la salita pedonale.
Oltrepassata la porta di via Marina, camminava rasente al muro per evitare che la calca lo respingesse indietro.
Doveva far presto... aveva perso troppo tempo sul molo ed era in ritardo.
Finalmente si trovò nel foro, mentre le persone, man mano, sparivano per i tanti vicoli e stradine che dal foro si diramavano in tutta la città.
Anche lui presto sparì in uno stretto vicoletto per raggiungere il forno e deporre il grosso sacco di farina che incominciava a pesare come un macigno, dopo l'affannosa salita dal porto.
Non avvertiva più il forte freddo, anzi, piccole goccioline di sudore gli cadevano leggere sugli occhi.
Finalmente era arrivato!
La fioca luce, che confusamente vedeva in fondo al vicolo, gli diede maggior vigore e affrettò il passo.
Spinse la ... [segue »]
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