Io
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...le mie anguste notti?
Il micio scomparve dal raggio visivo sgusciando dietro unacasa che, involontariamente, occludeva la vista della strada alle sue spalle.
Cominciò a piovere. Sentivo l'odore dell'asfalto bagnatoche, fin dall'infanzia, avevo imparato ad amare nonostante la mio volontà: crebbi in città e tutto ciò che era fuori dall'ordinaria routine per me eraquell'odore caratteristico, che sembrava quasi volersi ergere sulla mondanitàesigendo l'indipendenza di chi è in grado di mettersi in luce sempre ecomunque, a prescindere dai periodi storici e le situazioni sociopolitiche adessi collegate.
Ascoltavo i miei pensieri nella testa e mi stupivo deiragionamenti che stavo elaborando: improvvisamente mi appariva evidente chedurante il giorno il mio reale senso del concreto veniva oppresso, occluso, quasi devastato dal conformismo dilagante. Mi restavano insomma solo quellesporadiche veglie notturne per esprimere me stesso a nessuno? Ragionavo dasolo, parlavo da solo. Tutto ciò che elaboravo era destinato a morire con me.
Quel senso d'angoscia si acuì notevolmente dopo aver presocoscienza di tale sconcertante verità, eppure qualcosa mi spinse a proseguireper quella via: un celato masochismo? O una semplice riscoperta di me stesso? C'eraqualcosa di diverso in me rispetto a coloro con i quali condividevoquotidianamente gli eventi della vita. Qualcosa di terribile, di ansiogeno e, purtroppo ... [segue »]
Composto mercoledì 6 gennaio 2010
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