Attimi d'infinito
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...a quano divennero tre.
La piccola, fra pannolini e biberon, disse la prima parola.
"Papà..."
Un largo sorriso solcava il volto dell'uomo seduto sulla panchina.
E poi accadde...
Per un attimo tutto divenne nero.
Il rumore delle sirene. Braccia sconosciute intente a tirarlo fuori da quelle che sembravano lamiere. Una macchina, la sua macchina...
"Signore, signore... mi sente? Come si chiama?"
Era troppo stordito.
L'uomo sulla panchina sgranò gli occhi. E comprese...
"Non riusciremo a salvarlo... è spacciato... concentriamoci sulla donna!".
L'uomo seduto si voltò. Solo il parco, nella sua penombra a fissarlo a sua volta. Il ricordo era talmente vivo e talmente radicato da essere quasi reale.
E la vide...
Sanguinante, oscillante fra la vita e la morte. Con in braccio il frutto del loro amore.
"Papà..."
Ricordava ancora il suono di quella singola parola detta per la prima volta dalla sua bambina.
E pianse. Pianse come non aveva mai fatto.
Ma quell'incubo non era ancora finito.
"Papà..."
Fra i singhiozzi e le sirene, il suo sguardo era ancora posato sulla donna svenuta e la sua bambina.
"Salvatela!"
La tiravano fuori, delicatamente. Sentì un dolore. Atroce.
L'uomo sulla panchina si toccava il petto.
Sbottonando la camicia, lo squarcio era ancora lì,... [segue »]
Composto giovedì 27 maggio 2010
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