Attimi d'infinito
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Il vento fischiava tra i rami di quei pochi alberi.
In quella notte ventosa un uomo passeggiava solitario.
Sigaretta fra le labbra, un vago odore di alcool ed un parco vuoto a far da cornice alla sua miserabile esistenza.
Vide una panchina e, sedendosi, ricordò di sé.
Di quando a 10 anni, venne sgridato per essersi allontanato senza il permesso.
Ed un flebile sorriso, dall'informe emozione, solcò il suo viso, rendendolo grottesco ed al tempo stesso dubbioso.
Ricordava adesso di quando a 12 anni la sua bicicletta si ruppe. E di come suo padre lo aveva portato a comprarne una nuova. Scelse quella rossa, fiammante. Le saldature di un rosso più intenso, e quel manubrio saldo lo avevano convinto. Lo avevano ammaliato ed estasiato. Quando uscì dal negozio in sella al suo nuovo giocattolo pensò, era felice.
Il ghigno era ora una risata. Aveva appena vissuto nuovamente una delle poche cose belle che la vita gli aveva riservato. Aveva trovato quel momento di felicità nella disperazione più assoluta.
Come un treno in corsa, i ricordi apparivano nitidi davanti ai suoi occhi.
Aveva 15 anni. A scuola era uno studente come tanti altri.
"Suo figlio va bene, ma se potesse fare ... [segue »]
Composto giovedì 27 maggio 2010
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