Quelli come me...
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...di doversi chiedere qualcosa, provano realmente a farlo, ma, non trovando ciò che desiderano, si arrendono o tentano di convincersi che sia di seconda importanza. In fondo chiunque sminuisce l'irrangiungibile, non vedo perché farne a voi una colpa. Comunque sia, già il fatto di averci provato, vi rende leggermente migliori degli altri.
E finalmente arriviamo a quelli come me, i curiosi.
Poco meno dell'un per cento di tutti voi fa parte dei curiosi, ma tutti i sei miliardi credono di esserlo. Dunque circa un individuo su cento dei vostri, come me, quando si trova dinanzi a un dormiente non fa altro che chiedersi lo scopo della propria vita. I dormienti ci svegliano, ci permettono di capirci diversi. E ogni giorno ci chiediamo mille e mille volte: "Perché?"
E mille e mille volte puntualmente non rispondiamo. E mille e mille volte, noncuranti, sfrecciamo per la nostra strada, incrementando la nostra voglia di conoscenza. Il nostro scopo non lo sappiamo, ma, all'improvviso, eccolo lì nella penombra. Esatto. È proprio ciò che ci sfugge che ci fa dannare l'anima. La consapevolezza di un qualcosa di nascosto ci rende insoddisfatti. Cosa c'è da capire? Perché la costante sensazione di qualcosa di sbagliato?
Ciò che ho imparato è che, dopotutto, l'ignoranza è un bene.
Mah!
Ora vado.
I miei dubbi sono lì, al buio. Sono stati anche troppo discreti non trovate?
Vado anche perché ho finito il tempo a mia disposizione.
Già.
Perché quelli come voi quelli come me li rinchiudono in manicomio.
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