Aldilą del Male
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...faccio, credevo di potercela fare, pensavo (singhiozzio) di riuscire a sopravvivere senza umano alcuno attorno (singhiozzo prolungato).
Aiuto voglio.
Voglio aiuto.
Aiuto!"
Terminai urlando la mia cantilena disperata.
Poi mi ripresi.
Cercai dentro me una forza che pensavo di non avere.
Fantasticai.
E guardai il mare.
Rigettandovi le lacrime dentro.
Cercando di riunirle a lui.
Liberandomene.
Guardai il mare.
E gli sussurrai.
"Non avrai il mio dolore.
Io sņ.
Son sicuro, che fossi rimasto tra i miei" simili "non sarei sopravvissuto.
La vita avrebbe avuto lo stesso senso sia con loro vicini.
Sia con loro lontani.
Come č adesso.
In entrambi i casi infatti sarei.
Unico.
Qual č la differenza?"
Eppure quelle parole avevan sapore amaro.
Non che le avessi dette senza crederci.
Tutt'altro.
Ma era forte in me la paura per lo spreco.
Spreco del tempo che mi era stato elargito e che, gią sapevo, mi sarebbe stato tolto senza spiegazione alcuna.
Da quell'astratto che dell'attimo ha fatto il metro per confezionare le nostre emozioni e paure.
Il tempo.
Quel Padron Servente col quale la sola convivenza possibile, č quella decisa e scelta da lui.
Laido bastardo.
L'unico che, mai, ci lascerą soli.
Sempre con noi rimarrą.
Alitante.
Stomachevolmente alitante.
Perpetrante ... [segue »]
Composto domenica 15 gennaio 2012
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