L'onore e il rispetto
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Non ero più bambina ma una ragazza di venti anni quando mio nonno mi chiese di accompagnarlo. La strada profumava di erba secca e grano. Percorremmo in silenzio la piccola stradina in discesa che porta alle case rustiche dei miei parenti fino ancora più sotto di fronte al fienile. Erano le diciassette di un pomeriggio estivo. Il fresco aveva preso il sopravvento sulla calura ed io finalmente stavo scoprendo cosa era solito fare mio nonno tutti i pomeriggi alla stessa ora. Si sedette su un masso di fronte alla quercia nana e tacque per un istante. Io feci lo stesso. Poi, d'improvviso mi disse: "questa è la casa di mio padre, vedi i segni a terra?" Io annuì con il capo. Continuò ed io non lo fermai. Guardava ciò che era rimasto per terra, cinque centimetri di quadrati intorno a noi e vi vedeva ancora la sua dimora natale. Vedi continuò con voce bassa e ferma, quella che solo i nonni sanno avere. Qui c'era la mia camera da letto e qui quella dei miei fratelli. La terza camera era dei miei genitori e da questa parte dietro di noi c'erano le camere delle mie sorelle. Mi dispiace non potertelo ... [segue »]
Composto giovedì 7 novembre 2013
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