Un ragazzo calabrese

Capitolo: La mia Calabria.

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...Gli zappatori, accaldati, bevevano avidamente quell'acqua pura sfresca, qualche goccia d'acqua scivola dal lato della bocca e cadeva sulla fresca zolla. Come fosse un dono a quella terra di sacrifici, che gli permetteva di vivere con dignità la vita grama ma, onesta da contadino. Sotto quegli ulivi secolari. Ho ancora negli occhi il ricordo di mia nonna, che stendeva sull'erba una tovaglia, sulla quale appoggiava piatti, bicchieri, e un fiasco impagliato, di generoso vino rosso. Un grosso tegame colmo di spaghetti al sugo, e mezza pezza di formaggio pecorino, contornata di fette del buonissimo pane calabrese, fatto in casa. Mentre sono assorto da questi ricordi di bambino, una farfalla mi si posa sulla mano, le sue ali, battono piano come il mio cuore. Le cicale, lanciano nella valle il loro frinire che echeggia armonioso e si riverbera su quei sentieri, alcuni resi bianchi dal tufo. La dove le contadine non passano più portando sul capo la corona di stracci, la dove appoggiava un grande cesto in vimini, o una fascina di legna, da portare a casa per accendere il focolare. Il fico d'india fiorito, costeggiava i sentieri che portano alle vecchie masserie le stalle, la dove l'odore del fieno si ... [segue »]
Composto sabato 17 dicembre 2016

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