Un ragazzo calabrese

Capitolo: La mia Calabria.

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...non si lavorava, il cantiere il Sabato restava chiuso. Non sapevo cosa fare e andai a curiosare nell'Upim di Piazzale Corveto. Non ricordo cosa acquistai, quando andai alla cassa, la cassiera mi guardò in modo strano e mi disse: - Scusi sa, ma una mezzora fa, una signora anziana, girava con una foto, cercava suo figlio. Mi sembrava che quella foto le somigliava tanto. - La guardai come se la cosa mi facesse ridere. – No non ero io, comunque grazie. – Rimasi un poco allibito. La mia Mamma mi cercava con una fotografia. Mi venne in mente la Madonna quando cercava suo figlio Gesù, e gli occhi mi si riempirono di lacrime.
La mia Mamma non meritava anche questo dispiacere, quest'altra preoccupazione. La sua vita, prima della mia, era stata costernata di sacrifici. Lei come la sua Mamma, Donna Maria Antonia; era stata l'unica a prendere decisioni in famiglia. Mio Padre come mio Nonno materno, erano due deboli. Pensavano a lavorare portare a casa i soldi e all'amministrazione della famiglia doveva pensarci la moglie, e se, era fortunata, da avere un primogenito, femmina erano già in due a provvedere all'educazione della prole e alle faccende di casa.
Quindi mia madre, fu la primogenita della sua famiglia ed era lei a badare alle sue due sorelle e due fratelli. Adesso doveva badare e tenere unita la sua famiglia e i suoi sei figli: tre femmine e tre maschi, me compreso. Io ero il secondogenito dopo mia sorella Concetta. Ai nostri tempi, il primo genito, doveva essere da esempio ai fratelli più giovani. In questo caso, io non credo che fossi in grado "almeno a quell'età" di dare dei buoni es.
Composto sabato 17 dicembre 2016

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