Un ragazzo calabrese

Capitolo: La mia Calabria.

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...fungeva di base, c'era il famoso tiretto, chiuso a chiave. Il piano superiore di compensato, era fissato con delle piccole viti; li svitai e il piano si aprì facendomi vedere la borsa con dentro i soldi. La presi in mano, la girai e rigirai, notando che se la premevo sui fianchi, i lati cedevano e potevo infilare la mano così prelevai un pacchettino di sei banconote da cento mila lire. Ne sfilai una e il resto lo feci ricadere nella borsa. Riavvitai il piano di compensato sopra il tiretto, rimisi l'anta dell'armadio al suo posto rimettendo i chiodi dei cardini nelle loro sedi e il lavoro era perfettamente riuscito. Vi confesso che oggi mi vergogno del coraggio che ebbi: rubare i soldi alla mia famiglia.
Dopo qualche settimana, mia madre si accorse dell'ammanco. Io negai tutto. Ma loro non riuscivano a capire come avessi fatto a rubare i soldi senza aprire l'armadio, e senza lasciare segni di scasso. La mia Mamma fece una cosa che da lei non me la sarei mai aspettato. Un giorno, fui convocato dalla caserma dei Carabinieri della zona. Mi spaventai a morte. Mi presentai, ero deciso a negare tutto, ho detto al Maresciallo che non ... [segue »]
Composto sabato 17 dicembre 2016

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