Un ragazzo calabrese

Capitolo: La mia Calabria.

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...volta a casa sua. Eravamo nudi sul letto e ancora come allora, qualcosa suonò ma questa volta, non trillò il campanello del citofono ma quello della porta. Ci spaventammo a morte, lei nuda andò verso la porta e guardo dallo spioncino, venne di corsa in camera e disse con un ruggito soffocato "Luccio fuori dalla porta ce la tua Mamma" il campanello continuava a suonare; pensai che mia madre non avesse ritegno, ero su tutte le furie, stava mettendo in allarme tutto il palazzo.
Nel mentre ci vestimmo in fretta, e le dissi di andare ad aprire che io mi sarei nascosto. Cercai di scivolare sotto il letto ma era troppo basso e non ci passavo. Pensai di nascondermi nell'armadio, qualcosa mi convinse che mia madre non si permettesse mai di aprire un armadio in un appartamento che non fosse suo.
Quindi entrai in quell'armadio, mi accovacciai dentro cercando di nascondermi tra i vestiti. Le porte non rimanevano chiuse ero costretto a tenerle chiuse tirandoli con le dita.
Sentii sfilare la catenella della porta e lo scatto della serratura, la porta che si apriva con uno cigolio e la voce autoritaria di mia madre che imperava nell'anticamera e a denti ... [segue »]
Composto sabato 17 dicembre 2016

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