Un ragazzo calabrese

Capitolo: La mia Calabria.

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...mi stupì molto.
Andai in bagno, mi diedi una rinfrescata e andai in poco a dormire. Avevo lavorato tutta la notte e dopo la piacevole ma faticosa avventura, piombai nel sonno più profondo.

Dopo quell'episodio, passarono parecchi giorni e forse anche alcune settimane, ci sentivamo solo per telefono quando lei era sola in casa. Avevamo inventato un nostro sistema; facciamo un esempio: io telefonavo e come lei rispondeva pronto? Io gli dicevo "Ci vediamo domani alle 10 al supermercato?" Se lei poteva venire mi rispondeva: "si ha sbagliato numero" se in vece non poteva venire, rispondeva: "no ha sbagliato numero."

Non riuscivo più a vivere. La pensavo giorno e notte, era un'ossessione. Lei pur di avere la scusa di poter uscire di casa, si inventò che doveva trovarsi un lavoro. Approfittando che facevo il turno di notte, passavamo delle ore in un albergo di Viale Bligny. Io ero minorenne e non mi facevano entrare in albergo. A quei tempi era l'Agosto del 1959 la maggiore età si raggiungeva a 21 anni, io ne avevo quasi solo 18, modificai la data di nascita sulla carta d'identità. Il 1941, dovevo sostituire il numero 41 con 38 e il mese di nascita, invece ... [segue »]
Composto sabato 17 dicembre 2016

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