Un ragazzo calabrese

Capitolo: La mia Calabria.

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...prima. Spiccavano le mutandine di raso si accompagnavano alla sottoveste, leggermente trasparenti, il tanto basta a far perdere la testa e fondere l'acciaio. Nel mio caso l'acciaio era già ben temperato. Sfilò le ciabatte si aggrappò al mio collo e mi fece cadere su di lei distesi sul morbido materasso di un letto ancora disfatto. Avevo l'impressione di sentire sulle lenzuola bianche, l'odore della sigaretta e l'odore di sudore del suo uomo, mentre le colonne del sagrato si divaricavano, il Messia mentre entrava nella Cattedrale scrutandola e scrupolosamente la ispezionava con destrezza in ogni punto delicato e soave all'interno di essa, era accompagnato da gemiti e sofferenze di chi la sofferenza in quel momento non sapeva esistesse.
Nel mentre si stava insieme trovando finalmente quello che stavamo cercando, avevamo raggiunto la beatitudine del piacere un rumore improvviso, ci destò dal profondo.
Il mondo cessò di vivere, l'orecchio si all'armò mettendosi in attesa ad eventuali sorprese. Il rumore, incalzò ancora con insistenza, era il trillo del campanello del citofono. Lei mi guardò terrorizzata, e mi trasmise il suo terrore, non sapevamo cosa fare, ci avevano colto alla sprovvista. In modo frettoloso e automatico, ci vestimmo alle belle meglio mentre il citofono ... [segue »]
Composto sabato 17 dicembre 2016

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