Un ragazzo calabrese

Capitolo: La mia Calabria.

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...tavolo della cucina.
Quella posizione era per me irresistibile, la provocazione mi indurì tutti i muscoli del corpo. Le mie dita smaniose frugarono sotto il vestito in cerca delle mutandine che non c'erano. Non riesco ancora a capire come i miei pantaloni senza toccarli caddero sulle scarpe.
Il gemito che usciva dalla sua bocca, cercava di soffiarlo nella mia, si muoveva al passo di macarena, il ritmo indiavolato mi faceva colare il sudore della fronte negli occhi sentivo il bruciore che mescolato il piacere sublime quel prezzo lo pagavo volentieri.
Dopo qualche minuto, lei mi versava un goccio di grappa in un bicchierino di cristallo, mi sussurrava sfinita quasi rauca: "chissà quando ci capiterà un'altra occasione come questa, amore mio. Adesso e meglio che vai; speriamo che non ti veda qualcuno dello stabile, lo sai quanto sono noiosi." E dopo averla ancora baciata appassionatamente e stretta un poco ancora tra le mie braccia, stavo attraversando il cortile per entrare nel mio stabile, guardai verso le mie finestre e mio malgrado oltre i vetri, la mia Mamma mi stava guardando. Entrai in casa con il cuore in gola, prevedendo una sua sfuriata, ma stranamente non disse niente e la cosa ... [segue »]
Composto sabato 17 dicembre 2016

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