Scritto da: Italo Sozio

Un'altra storia


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...e piovosa, pantaloni vecchi e con un cappotto legato da uno spago.
Lo guardo in viso, quel viso scarnito con barba incolta, occhi grandi e luminosi, le mani che reggono un vecchio cappello sporco e consumato dall'usura.
Guardo quell'uomo che mi fissa e quasi provo vergogna per essermi rivolto a lui quasi arrabbiato.
Cerco di sfoderare il sorriso più bello e chiedo:
- Mi dica signore posso fare qualcosa per lei?
Si sono venuto qui perché mi hanno detto che mia figlia era qui.
No signore da stamani la prima persona che ho visto è stata lei.
Va bene allora vado, se dovesse venire può dire a mia figlia che l'ho cercata?

Si gira per andarsene e io lo blocco prendendolo per il braccio.
La mia mano nel fermare quell'uomo si accorge di toccare solo pelle e ossa.
Lo invito a sedersi, lascio gli attrezzi, mi pulisco le mani e decido non so per quale motivo di stare ad ascoltare quell'uomo.
Lo faccio sedere su una sedia, poi preparo il caffè, nella mia officina ho la macchina del caffè perché passa sempre qualche amico a trovarmi per fare due chiacchiere mentre lavoro, e poi un buon caffè bevuto in compagnia è uno dei ... [segue »]

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