Scritto da: Constantin Hadarag

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...dici questo? ", domandò il santo. "Perché nulla esiste nel cielo se non ha profonde radici nella terra... " rispose il contadino. Il santo oramai era pieno di umana ammirazione. Guardò la zappa del contadino, il ferro era quasi consumato. Guardò il viso del contadino, era luminoso come la luna piena di inverno riflettente sulla neve delle sue alte montagne... "Allora ho ragione io, pensò..., l'umiltà è... eccola, semplicità... " Disse: "contadino, hai mai pensato di farti monaco e santo? " Rispose: "No! ". Disse il santo: "vieni con me ad adorare Iddio sulle altezze della montagna". Rispose il contadino: "quest'anno ho seminato per la prima volta i fiori... che non si mangiano e a nulla sono utili se non al mio sguardo... Il mio Dio abita nei loro umili petali... " Il santo smise di parlare. Si sprofondò nel silenzio. Pensò: "se dall'alto non viene, inutili le alture dei monti e la solitudine delle caverne... " Ma il contadino disse: "santo che insegui ciò che già i petali dei miei fiori nell'orto lo hanno già..., perché sei così pensieroso e lontano dalla fiasca di vino che ci stiamo sorseggiando sotto il salice piangente!? " Il santo strappato al vuoto ... [segue »]

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    Scritto da: Constantin Hadarag

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    postato da , il
    Ottimo testo, intelligente e profondo

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