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...di mancanza è anche colpa. Se la parola mancanza, quindi, indica tanto l'assenza quanto la colpa, forse la nostra colpa sta nel renderci assenti all'altro e, d'altra parte, reputiamo l'altro colpevole poiché ci priva della sua presenza, allora, la mancanza è assenza della presenza. La mancanza, l'abbandono, il vuoto, temi ricorrenti e presenti nella trama di vita e nella trama psichica di ciascuno di noi. Da un lato il possedere, fondersi, elemento rimosso del versante primordiale, la simbiosi, il buco, il grido, il vagito per l'abbandono del grembo materno. Siamo strutturalmente mancanti. Elemento rimaneggiato, assaporato, rivissuto durante l'esistenza grazie a suppletivi da un lato buoni, dall'altro cattivi che ci fanno assaporare un retrogusto già conosciuto, ma non dandoci quel sapore pieno primitivo. Marcel Proust parlerebbe di "intermittenze del cuore" per indicare quegli intensi recuperi di memorie, odori e sapori che s'insinuano nell'esistenza umana; nella sua opera è, infatti, un sapore che richiama una stagione felice della sua infanzia, altrimenti dimenticata, ma ora viva e come creata di nuovo per quel sapore. Dall'altro lato la ricerca, il desiderio ma, soprattutto, desiderare ciò che manca, ciò che non c'è e, per questo, desiderato.
La psiche umana è spinta da una ricerca attiva,... [segue »]
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