Vizio di forma
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...più bello, quando il boccone ancora fumante sarebbe stato lì lì per raggiungere la golosa fauce, per andare a cercarla; ma qualsiasi cosa fosse ora era del tutto assente dalla mnemonica lista e poi, mi parve non esserci posto alcuno per essa sul piccolo tavolino della cena.
A lavoro ultimato mi sentii soddisfatto, ero stata bravo, ordinato e puntuale, questa sensazione saziò tutto il mio essere, tanto che me ne stetti lì seduto, un po' discosto, in prospettiva d'angolo, assaporando il piacere più puro che si possa aver la ventura d'incontrare: l'assenza dei pensieri molesti, il silenzio delle inquietudini, contemplazione allo stato elementare, che è poi il più elevato, della forma delle cose e delle cose della forma.
E fu così che il composto, composito quadretto posto al mio fianco catturò tutta la mia attenzione, afferrandola per i quattro angoli del tavolinetto, rimbalzandola come pallina da flipper tra i cilindretti dei bicchieri, le sferette dei piatti, i brevi segmenti delle posate, il cilindro panciuto e deforme della brocca... sembrava non potessi più uscire da lì e li osservai tanto fin quando non ebbero perduto consistenza e significato.
E... le bottiglie? Che forma hanno le bottiglie? Semplice, mi si dirà: di ... [segue »]
Composto giovedì 25 agosto 2011
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