Scritto da: minnie

Vizio di forma


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...questione al mio commensale ignaro, sul tardi, quando il contenuto della suddetta è stato completamente trasferito in altra sede e lei, vuota come un nido abbandonato di ragno, fa di tutto per riacciuffarmi i pensieri.
- è un cono! - sento dire. Un cono!?
E avrei almanaccato fin qua, per sentirmi arrivare una risposta così: un cono! Così scandalosamente semplice, così perfidamente immediata, un poemetto diffamatorio, un'ode allo sragionamento, oplà! Un cono! Una saetta, un fulmine, una mannaia che cade sul mio arzigogolo costringendolo alla resa.
Come dire, tutto questo non vale l'inchiostro sprecato per scriverlo, né la carta per contenerlo, né l'occhio sinistro del lettore in procinto di prender sonno.
Chi mai potrebbe perdersi nella fondamentale inconsistenza delle sconsiderate considerazioni precedenti?
Forse lo scriteriato che chiede al commensale: vuoi due olive? E gliene mette in tavola venti? O il dissennato che tutte le sere aspetta di prendere l'autobus e tutte le sere torna regolarmente a casa a mani vuote?
O è forse il candido che ha perso il sonno e si rigira tutta la notte nel letto per cercarlo?
No, di certo. Per essi è naturale e sottinteso che la bottiglia abbia forma di bottiglia e di null'altro, anche se, interrogati rispondono: il cono!
Ma io, nel dubbio sono immerso, sono un sub esperto in questo mare, un mare dove galleggiano milioni di bottiglie ma, ahimè! Non vedo veleggiar un cono!
Composto giovedì 25 agosto 2011

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