Giulio Pintus

Solo quando sono vere entrambe ...

D' altro canto credo che l' interpretazione alla frase dipenda dal grado di immedesimazione con cui ci caliamo nella parte proposta - in questo caso un affamato-.
Siamo abituati a non avere problemi di cibo - per adesso- nel nostro Paese , e dunque la sola idea di patire la fame ci risulta intollerabile.
Ma se a leggere la frase fosse un africano , un etiope , ad esempio ? Forse si farebbe una - seppure amara- risata . Potrebbe sentirsi autorizzato a pensare che non possedendo nulla , nemmeno del cibo egli non possieda neppure le catene frutto del possesso e dunque potrebbe ritenersi - per questo- il più libero tra gli uomini...

Il mare dei miei sogni è la mia vita .
Ti auguro che i tuoi sogni siano luminosi , sereni e delicati .
O che sia la tua vita ad esserlo .
Ciao

“Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro,che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero”.

(Sandro Pertini)

Siamo pieni di giapponesi    :-))))))

Grazie a lei per i suoi modi pacati e l' umiltà .
Ritengo comunque che nel  commento di Vincenzo vi  sia contenuto un messaggio certamente più equilibrato .
Saluto entrambi.

Ritengo le tue ultime parole meritevoli d' essere postate , e se me lo permetti vorrei farlo io , a tuo nome.