Marco Fernando Righi

Sottolineo che non condivido in pieno il concetto espresso dalla frase essendo un convinto avversore delle generalizzazioni di qualsivoglia tipo o colore. Voglio solo offrire uno spunto di riflessione usando le parole di una bravissima autrice.

Si nega l'esistenza solo delle cose davvero importanti, le altre non meritano tutta questa attenzione.

Personalmente non ho mai creduto all'assoluto.

Due per me è il numero perfetto quindi penso siano due, se strada facendo scoprirò esserne tre, quattro o cinque sarò pronto a ricredermi.

Bello il concetto di una vecchiaia psico-sociale e non fisica...

Ha ragione Bea, spesso una vita non basta.

Ho sempre detestato gli intolleranti ed i razzisti, però, dire che essi non conoscono o non capiscono ciò che osteggiano è un falso storico. L'intolleranza nasce dalla conoscenza piena (o dalla convizione di ciò) del nemico, dal timore che egli possa, in virtù delle proprie capacità più disparate, creare confusione al nostro mondo valoriale o impedirci di raggiungere i nostri obiettivi esistenziali, quali che essi siano. Il piano hitleriano di eliminazione fisica degli ebrei non è di certo nato dalla non conoscenza della forza economica e sociale del popolo ebraico, tutt'altro, è la consapevolezza di conoscere perfettamente (e temere) l'altro che da vita alla distruzione impersonificata dall'intolleranza e dal razzismo.

I sentimenti e le emozioni sono uguali per tutti, a differenza della legge.

Cara Rea, ti dico due cose. La prima è che ciascuno di noi reagisce in modo diverso a medesime situazioni, nessuno è uguale all'altro in niente. Io la penso così. L'altra è che hai ragione nel considerare tutti coloro che dicono così superficiali. Non ti dimenticare mai però che ragionare in modo così generico è facilissimo quando si parla degli altri. Le cose cambiano e non poco quando si parla di sé stessi, lì di colpo la genericità viene meno.

Hai perfettamente ragione. Il silenzio è un'arma di cui troppo spesso non sappiamo che farne.