Mi è tristemente nota questa senzazione. Mi è famigliarissimo il senso di fame convulsa di ogni cosa, di ogni sentimento, di ogni emozione, di ogni oggetto... il desiderio di riempire il vuoto cosmico del cuore, dei sentimenti. E poi il senso di sazietà e di disgusto per il troppo visto, per il troppo vissuto, per il troppo bruciato. I latini lo chiamano horror vacui, la paura del vuoto, tentativo di riempire ogni secondo della tua vita affinchè non rimanga mai uno spazio dentro cui si possa insinuare il dolore.
14 anni e 9 mesi fa
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Secondo me l'imparzialità dello scrittore o del giornalista è una bella utopia. Chiunque scriva e trovi qualcuno che lo legge è nella posizione di poter in qualche modo condizionare l'opione di chi legge con il proprio ragionamento al quale il lettore non può rispondere in modo diretto in un confronto per così dire alla pari. Penso però che tra tutti i mezzi di comunicazione la scrittura sia la più "democratica" in quanto comunque permette una rielaborazione, da parte del fruitore, del contenuto che viene espresso perchè chi legge può ritornare indietro, può trattenere ciò che più lo ha convinto e rifiutare ciò non lo trova concorde, può giudicare criticamente anche attraverso un processo di più lento di meditazione e formare in un secondo momento la propria opinione dei fatti. Comunque ogni scrittore (dal giornalista al romanziere) filtra la realtà che descrive attraverso i propri occhi, attraverso le proprie esperienze e sceglie (più o meno consapevolmente) di dare rilievo ad un aspetto piuttosto che ad un altro della medesima notizia, di seguire una determinata fonte piuttosto che un'altra. Lo scrittore non è un vaso vuoto dentro cui si possa calare la notizia... in quanto dotato a priori di un proprio vissuto, egli può soltanto cercare di epurare il più possibile i suoi scritti dalle faziosità più evidenti e cercare di non stravolgere in modo arbitrario la verità che cerca di raccontare.Quindi sono d'accordo con il nostro autore e darò un voto alto!
14 anni e 9 mesi fa
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Mi piace davvero tanto.
Soprattutto mi piace la forza dell'incipit, di quella negazione fortissima all'inizio del verso ed il verso stesso che sembra una sentenza irrevocabile. E poi la chiusura con un'altra negazione: la terra che non permette di alzare gli occhi al cielo in quel gesto liberarorio e consolatorio (di dantesca riminescenza!! bellissimo e vibrante!) a cui troppo spesso non sappiamo dare il giusto valore, la terra che si ribella ed imprigiona, inghiotte le vite, i ricordi, i cuori. La speranza e la pietà sono vessilli al vento consumati e laceri.... Bella bella bella. Grazie.
Io credo più che altro nella capacità di opporsi ad un destino avverso.... anche se la nostra lotta è impari e qualche volta si è destinati a perdere.
Però arrendersi secondo me è sempre la peggiore delle sconfitte.
14 anni e 9 mesi fa
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Daniele ti assicuro che non ho mai avuto la benchè minima intenzione di giudicarti anche perchè non ti conosco e non so nulla delle tue esperienze. Posso dirti che mi dispiace enormemente per quello che hai passato e ti capisco perchè anche io come ho già scritto sono passata dall'anoressia alla bulimia. Certo non approvo nè appoggio gli atteggiamenti masochisti che sono pericolosissimi in sè e per ciò che nascondono.... Io parlo da "sopravissuta" come te (e oggi ho trent'anni) e dico che il male che volevo a me stessa era in gran parte dovuto alla mia incapacità di vedere l'amore che invece mi circondava. La solitudine che ti coglie quando sei più fragile ti impedisce di vedere che ci sono cose meravigliose per le quali vale la pena....
Qualcuno mi ha educato alla vita e non smetterò mai di ringraziarlo. Anche ora che la vita mi ferisce con ferocia, ora che avrei tutte le ragioni per sentirmi afflitta e disperata mi sento in pace con me stessa e sono più forte perchè nonostante tutto ho capito che non c'è niente in me che non va, perchè ho imparato a non odiarmi e a perdonarmi.
Spero che succeda così a tutte le persone che soffrono del nostro MALE, e spero che trovino persone attente che sappiano interpretare i messaggi di aiuto lasciati nelle bottiglie in mezzo al mare perchè nelle persone più fragili e più sensibili è racchiusa la forza vera.
Soprattutto mi piace la forza dell'incipit, di quella negazione fortissima all'inizio del verso ed il verso stesso che sembra una sentenza irrevocabile. E poi la chiusura con un'altra negazione: la terra che non permette di alzare gli occhi al cielo in quel gesto liberarorio e consolatorio (di dantesca riminescenza!! bellissimo e vibrante!) a cui troppo spesso non sappiamo dare il giusto valore, la terra che si ribella ed imprigiona, inghiotte le vite, i ricordi, i cuori. La speranza e la pietà sono vessilli al vento consumati e laceri.... Bella bella bella. Grazie.
Però arrendersi secondo me è sempre la peggiore delle sconfitte.
Qualcuno mi ha educato alla vita e non smetterò mai di ringraziarlo. Anche ora che la vita mi ferisce con ferocia, ora che avrei tutte le ragioni per sentirmi afflitta e disperata mi sento in pace con me stessa e sono più forte perchè nonostante tutto ho capito che non c'è niente in me che non va, perchè ho imparato a non odiarmi e a perdonarmi.
Spero che succeda così a tutte le persone che soffrono del nostro MALE, e spero che trovino persone attente che sappiano interpretare i messaggi di aiuto lasciati nelle bottiglie in mezzo al mare perchè nelle persone più fragili e più sensibili è racchiusa la forza vera.