Scritta da: Cleonice Parisi
Eleviamo la vita dal dolore, l'ignoranza la cecità e i morsi della fame rendono ciechi.
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Eleviamo la vita dal dolore, l'ignoranza la cecità e i morsi della fame rendono ciechi.
Nel cuore dell'uomo vive l'inferno del suo esistere, soffi il vento riparatore e spenga quella fiamma accesa, affinché non comprendesse oltre ciò che ora scorge, venga il momento del vero vedere e quel inferno diverrà paradiso.
Rubicondo è il sorriso di chi gioca tra i riflessi del sole, moribondo invece chi soffoca nel buio della notte. Possa l'esempio dei pochi che gioiscono ai caldi raggi, ispirare i molti che vivono nell'attesa di un trionfo nel buio abisso di un fosso. Non esistono trionfi diversi da quelli sospirati dal cuore, tacciano le false voci che assordano l'anima e si dia risalto all'unica e sola voce degna di parlare quella del cuore.
Non ha timore il cuore che crede, non ha più lacrime per piangere chi ha il sole di Dio nell'animo, apri le tue ali è giunto il momento di volare. Vola alto verso la vita, perché tu sei la vita.
Ci sono due modi di vedere la vita: o sei in un mare che ti trascrina, o sei in un mare che domini; Io ho scelto di dominarlo.
Nel soffiare del vento le lacrime degli uomini, nel calar della tempesta la loro speranza, nel sorgere del sole la vita.
Completa il tuo occhio, prima che cali la notte, affinché nel buio sappia guidarti alla vita.
La disistima è un processo lungo è faticoso che avviene nella fucina del nostro cuore, e non negli occhi del prossimo.
C'è sempre un altro fondo, quando crediamo d'aver toccato il fondo, il fondo che siamo noi stessi a cercare, quello che scaviamo con le nostre mani, la fine di tutto.
Negli abissi del mare la luce appare a chi saprà cercare.