Scritta da: Fabio Privitera
in Frasi & Aforismi (Destino)
Quando i tempi sono maturi o si raccoglie il destino o si finisce per marcire nell'attesa di un altro raccolto.
Composta domenica 6 settembre 2015
Quando i tempi sono maturi o si raccoglie il destino o si finisce per marcire nell'attesa di un altro raccolto.
Finché ci si muove lungo gli stessi percorsi, secondo gli stessi schemi mentali, non si può che approdare alla stesse tipologia di persone. È sin troppo facile, infatti, abbarbicarsi al mito del "siamo tutti diversi" se poi sembrano, sembriamo, tutti uguali.
La differenza la fa chi si distingue, ma soprattutto chi riesce a distinguere.
Ci sono luoghi, piazze, stazioni, da cui sei già passato decine, se non centinaia, di volte, eppure è solo uno, sempre quello, l'unico episodio che riportano alla memoria.
La nostalgia si rifugia sempre negli angoli interni del cuore.
Presumere non è un delitto. È giudicare che può uccidere la dignità di qualcuno, con l'arma del pregiudizio.
Sicuramente non occorre essere vicini per volersi bene e dedicarsi un pensiero, anche se l'abbraccio resta, in assoluto, il veicolo più bello con cui trasmettersi il proprio affetto e il proprio amore, la fiducia e il conforto.
Ci si salva sempre e soltanto da soli, ma solamente se comprendi che sei nel baratro e sei tu ad esserci voluto entrare. Se ti convinci che il mondo è malato e tu non puoi fare nulla, se persisti nel definirti vittima del sistema e dell'ostracismo degli altri, non potrai salvarti. A meno che non intervenga in te un qualche interruttore, che cambi il tuo stato di consapevolezza da respingente a recettivo. Un amico che sappia ciò che stai davvero passando, persino più di te, può essere quell'interruttore in mancanza di una tua personale illuminazione.
La chiami solitudine, ma non lo è. Sei, invece, lontano mille anni da quello stato di grazia che ti permette di ascoltare te stesso e da lì comprendere di cosa ti parli il silenzio, anche quello degli altri. Quella che vivi è solo mancanza di te stesso, che ti allontana anche dal contatto col mondo, creandone uno tutto tuo che però non è reale. La vera solitudine è presenza di sé, contatto diretto con la verità che non avevi mai avuto il coraggio di raccontarti, è essere in pace.
Col tempo ti assuefai alla solitudine degli altri, quella di chi vorresti accanto e ti capisse, e invece ti sfugge. Ti convinci che solo chi è della tua stessa essenza possa capirti senza parlare ma ti guardi intorno e non vedi nessuno. Questo però non è perché non vi sia davvero nessuno ma poiché, nel frattempo, sei diventato così ermetico che neanche il silenzio riesce più a parlare per te, né tu con te stesso. E ti senti solo.
Il primo passo verso l'insuccesso è tenere per sé il proprio talento!