Scritta da: Fabio Privitera
in Frasi & Aforismi (Vita)
Noi viviamo una sola vita, che però si snoda lungo i percorsi di diverse esistenze.
Composta martedì 1 settembre 2015
Noi viviamo una sola vita, che però si snoda lungo i percorsi di diverse esistenze.
Ogni cambiamento avviene e puoi rendertene conto quando ormai il suo processo irreversibile si è innescato. Tutto questo non dipende quasi mai direttamente da noi. Accade piuttosto che una consapevolezza segreta alla mente, provi a far distendere la nostra vita su un piano diverso da quello che vorremmo. Ecco allora la paura del cambiamento, l'inaspettato e il desiderio di reprimerlo o nasconderlo, quando invece è la repressione stessa fonte di turbamento e ansia. Una molla che invece di lasciarla distendere si continua a comprimere porta solo ad esaurire le energie e a rompere l'intero ingranaggio.
Lei è il mare, non la puoi arginare né pensare di costringerla a essere totalmente in quiete, puoi solo prendere una barca e farti trascinare dalla sua corrente, ovunque essa ti porti, fiducioso che lei sia anche la rotta per la quale spingerti più lontano.
Un uccello vola perché sa volare, mentre un pesce nuota perché ha bisogno di un determinato habitat per sopravvivere e quindi non potrebbe fare altrimenti. È, credo, questa la differenza tra esternare i propri talenti perché si ha la consapevolezza di poterlo fare e cercare invece di esprimersi perché il mondo che ci circonda ci spinge a farlo. La differenza tra un impulso innato, che aumenta la nostra energia e quella di chi ci sta vicino, e un impulso indotto, che ha bisogno di estrarre energia per sopravvivere.
Chissà com'è l'essere vestiti della tua pelle, conoscere quindi come la tua anima risponde alle emozioni che ti sfiorano. Dev'essere un sussulto per te, una gioia nello stupore, d'avvertire così tanto in un così breve spazio, per poi sospirare e distenderti, ammaliarti della tua stessa sensibilità. Come vorrei che fosse il mio tocco a lasciare nel tuo pensiero un solco e riempirlo di momenti, che né io né te dimenticheremo. Chissà com'è che ti sento addosso come fossi tu la mia pelle.
È difficile scrivere, perché per scrivere bene devi entrare dentro la scena, vivere le emozioni di chi stai descrivendo fino a fil di pelle, e poi in fondo finché ciò che scrivi non diventa qualcosa che vivi, o hai vissuto e nello stesso tempo che non ricordi. Non è difficile scrivere, è complicato vivere ciò che si scrive perché o c'è stato o non c'è mai stato.
Ci sono giorni che vibrano di silenzio. "Quanto scrivo di silenzio?" Mi soffermo a pensare poco dopo aver iniziato a scrivere di questo apparente vuoto, che più ci pensi e più ci scovi dentro "cose". Cose sconosciute, cose sconvenienti, cose che conosci e meravigliose cose che ti stupiscono, e tutte queste cose che non hanno nulla in comune con le cose ma sono persone, emozioni, sentimenti lontani e camini di inverno, che illuminano i volti, i profili e le sfumature che ora danzano di fronte a noi. E tutti vestiti di silenzio mentre ti inventi le parole per colmare le pareti di una stanza, manco a dirlo, di silenzio, che intanto è diventato il mondo fintantoché comprendi che non esiste il silenzio ma solo una specie di sordità, distribuita su diversi ordine dell'esistenza: la propria.
Sia che si parta sia che si sia di ritorno, il viaggio è tutto lì, tra i due apici che chiudono il circolo infinito di vissuto e che demarca un luogo in cui ci ritroviamo avvolti e in cui lasciamo sempre dentro qualcosa: oggetti, interi paesaggi, emozioni, persone e noi stessi. Quel luogo siamo noi stessi e tornare a casa vuol dire forse diventare un po' più consapevoli ogni qual volta torniamo in quel luogo.
Ti ritrovo ogni giorno nello sguardo di un uomo che, nell'osservare il mondo caotico muoverglisi attorno, lo vide di colpo fermarsi mentre il tuo sorriso avanzava sulla scena verso di lui, e il tuo passo gli aveva già varcato la soglia di una stanza del cuore, inconsapevole lui. Ti ritrovo adesso nel mio sguardo allo specchio.
Chi è davvero spoglio d'ogni ipocrita invidia non teme la parola degli altri, né il loro giudizio. Sa, anzi, discernere la sincerità di una critica, che può aiutarlo dalla falsità di chi non sa emularlo.