Scritta da: Giuseppe Catalfamo
Hai mai sentito dire a chiunque "io non sono sensibile"? Hai mai sentito dire ad un imbecille "io sono imbecille"?
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Hai mai sentito dire a chiunque "io non sono sensibile"? Hai mai sentito dire ad un imbecille "io sono imbecille"?
Kais, Fawaz, Ismail e molti altri sono care persone che abitualmente, senza preconcetti, chiamo "negri", perché con naturalezza fra loro si chiamano così. Tu, che pensando, li definisci "uomini di colore", sei il razzista.
Uguale è l'amore dei "diversi".
L'infame non ha nessun colore.
Onorare i nostri "vecchi" sarà quando verrà quel tempo nella vita che potremmo adottarli come nuovi figli.
Un giorno sarò parte di Te, sarò parte della Tua "infinitezza"
del Tuo universo d'anime di defunti, sarò ubiquo,
perché Tu sei l'insieme di tutte le anime e dei pensieri umani
che si saldano, si fondono fra loro.
Tutti saremo parte di Te, non bestemmiamolo, potremmo offendere nostro Padre.
Saremo in ogni luogo, non saremo più materia, conosceremo il futuro potendo guardare il passato, conosceremo il destino dell'uomo, lo scopo della vita, perché saremo Dio.
Per ottenere questo, che è la perfezione,
dovremo attendere la morte.
Chissà cosa c'è là fuori, dopo l'universo.
Due sono gli atavici motivi per cui la donna ha cuore impavido più dell'uomo.
Perché madre e fin da bimba conosce il sangue.
Stima e rispetto, anche adorazione, durano tutta la vita... se pensi sia amore, no, è un rapimento.
Il trillare del telefono dovrebbe essere più intelligente.
Un crescendo in nove squilli dal soave al fastidiosetto.
Al decimo, sempre, 140 decibel esplicativi al "chiamante"...
Vaffanculo, non rispondo!