A scadenze regolari, dopo essersi concessi il giusto tempo, quando il dolore è stato tanto, bisognerebbe tagliare i rami secchi e praticare nuovi innesti, ma ci si sente sempre delle piante rampicanti barbaramente avvinghiati a quelli che pensavamo essere muri possenti!
È così difficile chiedere. Chiedere ha il carattere dell'elemosinare, allora, è più semplice donare, donare sempre, incondizionatamente e non chiedi mai. Poi, quando pensi di aver trovato qualcuno a cui si possa chiedere senza alcuna remora, è proprio questa che ti farà pagare il prezzo più alto! Ciò che resta è il dato, non il ricevuto.
Quando si decide di lasciare ed abbandonare qualcuno, bisognerebbe non allontanarsi mai di schiena, si dovrebbe provare a camminare indietro, anche con la paura di inciampare, così che qualche ostacolo lungo il cammino possa far sussultare ed interrompere l'insensata, insana ed improvvisa urgenza di scappare via; già, bisognerebbe non allontanarsi mai di schiena. Voltare le spalle è negare una realtà che c'è stata, invece no, bisognerebbe tenere i propri occhi fissi in quelli dell'altro per imprimersi dentro il dolore di chi viene abbandonato.
Come fanno quelli che dimenticano? Secondo me nessuno dimentica nulla; forse, rubano una mangiata di buio al cielo di notte per farlo calare sui ricordi, forse, raccolgono un pò di neve dove c'è sempre freddo per far gelare le emozioni del passato, forse, cambiano nome, pelle, odore per non farsi più riconoscere e dire: "vedi? Non sono più io" e questo dovrebbe farceli dimenticare o amare di meno? Nessuno dimentica nulla. IO NON DIMENTICO NULLA! Sotto la crosta del mio marcio cuore, ci sei ancora e sempre tu.
Non conosco altro, al di fuori dell'Amore, che laceri maggiormente. Ha a seguito cagne che dilaniano e riducono a brandelli le membra, ha forma di pugnale che si conficca in piaghe, ha un'atroce perversione che tatticamente esercita; ci soverchia, ci domina, ci soggioga. Non conosco male più perfido. È forse l'Amore che ha origine demoniaca e, stipulato il patto con lui, ci danna a vita ed a non-vita: Eros e Thanatos, istinti primordiali, principi di vita e di morte, non a caso.
Niente accade due volte e non allo stesso modo, neanche se fosse pedissequa ripetizione, lo sarebbe solo in apparenza solo per via del nostro stesso desiderio di ripetitività di ciò che è stato e non è più.
Le (mie) ferite sono aperte e non si comprende se sgorga più sangue o più veleno; quel che so è che non esistono punti di sutura per rattopparle, non esiste cura, ed il tempo non appare essere maestro, ma complice di un'agonia.