Scritta da: Michelangelo (Milo) Da Pisa
La fiducia è un abito monouso, una volta macchiata, non riuscirai mai più a specchiarti con disinvoltura senza che l'occhio cada inevitabilmente su quel velo di amarezza.
Composta giovedì 22 maggio 2014
La fiducia è un abito monouso, una volta macchiata, non riuscirai mai più a specchiarti con disinvoltura senza che l'occhio cada inevitabilmente su quel velo di amarezza.
I glutei, correndo. Il cervello, leggendo. Il cuore, amando. È sempre questione di tonicità.
"Sai che non ricordo la tua data di nascita?" "Il giorno in cui l'ho conosciuta, amico. Prima di lei ero carne e respiro, nulla di più."
Occorre anche della spensierata leggerezza per non inabissarsi nelle proprie profondità. In sane dosi, il futile è utile.
Così ostiche e coriacee, adoro le piante grasse, la loro beffarda strafottenza, l'essere burbere per non concedersi alle carezze di chiunque. Eppure, a dispetto della loro atavica ruvidità, ti sorprendono improvvisamente, incastonando delicate grazie floreali tra aculei indisponenti. Un po' come me.
La fantasia arde di sconsiderato impeto. Violando ogni legge della fisica, si fa carico del bagaglio dei propri turbamenti e parte, raggiungendo una lontana meta o inventandosela spudoratamente.
Gli attimi ad alto tasso affettivo sono quelli in cui avevo gli occhi inaccessibili alla luce, cieco di realtà e accecato di suggestione. Lo asserisco da sempre che la vista sia uno dei fattori principali d'inquinamento emotivo.
T'ignorerò per sempre, ma in comode rate mensili.
Un'amico vero ti perdona tutto, anche un apostrofo errato.
Per alcuni è l'abito aggraziato di una pulsione biologica, per me è l'istinto di carezzare le fiamme, perdonando il fato per le passate ustioni. Non è dunque questo l'amore?