La mia mente girava in tondo, cercando inutilmente una via d'uscita da quell'incubo. Non c'era scampo, non c'erano soluzioni. Nel futuro vedevo la luce sbiadita di una sola conclusione possibile. La sola incertezza riguardava il numero di persone che nel frattempo ci sarebbero andate di mezzo.
"Conosci quella storia nella Bibbia?" Domandò Jacob all'improvviso, senza staccare gli occhi da soffitto vuoto. "Quella del re e delle due donne che si contendono il bambino?" "Certo. Re Salomone." "Esatto. Re Salomone", ripeté. "Ed egli disse: - tagliate il bambino in due - ... ma era soltanto per metterle alla prova. E vedere chi sarebbe stata disposta a rinunciare alla propria metà pur di salvarlo." "Sì, ricordo." Tornò a guardarmi in faccia. "Non voglio più spezzarti a metà, Bella." Capivo bene il senso delle sue parole. Stava dicendo di volersi arrendere perché mi amava con tutto sé stesso.
Mentre lei alzava lo sguardo per capire di chi parlassi, lui guardò, il più magro, il più giovane, quello con l'aria da ragazzino. Osservò la mia vicina per non più di una frazione di secondo, e poi i suoi occhi scuri lampeggiarono dei miei.
Ero eccitata all'idea di andare a scuola e la cosa mi spaventava. Sapevo bene che il merito non era dell'ambiente educativo stimolante o dei miei nuovi amici. Inutile raccontarsi storie, ero in agitazione perché sapevo che avrei incontrato Edward Cullen. E ciò era molto, molto stupido.