Confusa e disorientata, cercai di non badare al rosso vivo del sangue che mi colava dal braccio... e incrociai gli sguardi eccitati di sei vampiri improvvisamente famelici.
Non desideravo altro che morire. Non essere mai nata. La mia intera esistenza svaniva di fronte a quel dolore. Non valeva la pena sopravvivere a un altro battito del cuore. Fatemi morire, fatemi morire, fatemi morire. E, per un intervallo infinito, non ci fu nient'altro. Solo la tortura incandescente e le mie grida mute che imploravano l'arrivo della morte. Nient'altro, neanche il tempo. Al suo posto l'infinito momento di dolore.
"In cambio, ti faccio anch'io una promessa", disse. "Prometto che è l'ultima volta che mi vedi. Non tornerò. Non ti costringerò mai più ad affrontare una situazione come questa. Proseguirai la tua vita senza nessuna interferenza da parte mia. Sarà come se non fossi mai esistito".
Trovai il numero che cercavo, un numero che mai avevo chiamato in vita mia. Premetti il tasto e incrociai le dita. "Pronto?", rispose una voce simile al suono di campane dorate. "Rosalie?", sussurrai. "Sono Bella. Ti prego. Devi aiutarmi".
Di colpo si fece serio. Mi prese il mento tra le mani, lo tenne fermo e non riuscii a distogliere gli occhi dal suo sgardo intenso. "Finché il tuo cuore batterà, Bella" disse, "sarò qui... e combatterò. Non dimenticare le alternative che hai".