L'uomo, da essere illuso quale è, quando c'è qualcosa che non va preferisce il lamento allo sforzo dell'azione... si piange addosso inutilmente, lasciandosi sfuggire quelle opportunità in cui la soluzione ai propri problemi potrebbe celarsi.
La chiave per la felicità non esiste... perché la felicità non è un valore assoluto... è solo qualcosa che si rincorre per tutta l'esistenza, si cerca, si riesce ad assaporarne raramente e solo per pochi istanti la vera essenza... e poi, intrepida e crudele, fugge.
È curioso quanto le cose che rendono fragile una persona la rendano anche più umana. Tutto è così. La tristezza ci rende fragili. Ma la tristezza è umana. La paura ci rende fragili. Ma la paura è umana.
Il denaro è il peggiore dei mali, rende l'uomo egoista e aumenta notevolmente l'attaccamento ai beni materiali. Pensando a questo, siamo sicuri che i beni e il bene siano sinonimi?
Nella realtà effimera l'uomo contemporaneo perde il vero significato di bellezza, rimpiazzandolo con i moderni standard, dimenticando che l'autentica bellezza non ha alcun vincolo, che l'autentica bellezza si trova in Natura.
Fuggiamo ai monti. Fuggiamo ai monti. Dove cruda civiltà non giunge. Dove la non-società è assente. Dove possiamo immergerci, nel niente, nel tutto e poi nel niente. Torniamo ai monti.