Scritta da: Taurio Luigi soli
in Frasi & Aforismi (Politica)
In democrazia, quasi sempre la bontà politica è direttamente proporzionale al tempo rimanente alle elezioni.
Composta sabato 9 settembre 2017
In democrazia, quasi sempre la bontà politica è direttamente proporzionale al tempo rimanente alle elezioni.
L'anarchia è l'unica vera forma di democrazia.
Le follie dei tempi correnti: i privilegiati del pallone (calciatori) e gli invasati nel pallone (isis)!
Adottare la tattica del tira e molla o mordi e fuggi è la prerogativa di chi si avvalla di possedere lo scettro del comando nella misura in cui l'obiettivo principale è contenere e convogliare le istanze ribelli popolari, fornendo fiorenti future prospettive alternate alla richiesta pressoché costante di sempre più assolute dimostrazioni di lealtà.
L'abbattimento dei confini e la realizzazione del mondo globale dove la comunicazione informatica prende il posto di quella umana e dove il virtuale si sovrappone ineluttabilmente al reale, pur essendo pensati come unione di popoli hanno finito per alimentarne i contrasti irrisolti, incentivato il fluire di scorribande e cellule terroristiche, e scollegato i singoli individui dalla loro identità di popolo, annullandone le rispettive possibilità di emancipazione.
L'abbattimento dei confini per come è voluto, progettato e pilotato, vuole dispersione del potenziale umano piuttosto che il suo accrescimento, e mentre ugualizza e tende a livellare verso il basso come il peggiore dei socialismi, crea barricate ed alza muri atti a separare gli abbienti dai meno fortunati, considerati inadeguati o peggio inadempienti.
Temporale o spirituale, a ognuno il suo potere nella gestione di un democratico paese che se è laico non ha da dimostrar altre pretese.
Certo che in questo Stato abbiamo delle leggi che definire illegali è poco.
Non esiste un partito che rappresenti gli operai, perché non ci sono più gli operai; ci sono per giunta gruppi di potere associati a partiti politici che non portano avanti gli interessi dei cittadini perché il popolo è diventato spettatore passivo degli eventi. Anche quelle che chiamiamo rivoluzioni non sono più animate da ribelli per il comune senso di giustizia, ma fatte esplodere da quello stesso nucleo centrale dove il movente della lotta è decidere l'attribuzione del potere.
In un aereo con nove paracaduti e dieci passeggeri che precipita, il capitalista cercherà di tirarne fuori un altro (cosa impossibile da attuare), il comunista sarebbe per eliminare un passeggero (così i conti tornerebbero), il socialista tenterebbe un atterraggio di fortuna (mossa oltremodo difficile da attuare), dopodiché il populista darà la colpa al capitalista e agli altri per la mancanza del paracadute, il capitalista darà la colpa al comunista della soluzione infelice (lui almeno ci prova a salvare tutti, il comunista invece la fa facile volendo eliminare un passeggero), il comunista da la colpa al socialista dell'incapacità di trovare soluzioni percorribili, infine arriverà il nazionalista che sostiene che se non si salvano tutti non si salva nessuno, invitando ad immolarsi per la patria. E mentre continuano a discutere su di chi sia la colpa, l'aereo cade. Morale, non è l'ideologia che salva, ma sperare che l'aereo non si guasti o che il pilota non sia un anarchico che soffra di crisi depressive.