Scritta da: F. Bastone
Incoscientemente siamo diventati così talmente dipendenti dagli smartphone che non ci accorgiamo di vivere in un mondo dove manca la bellezza di stare insieme alla presenza umana.
Composta giovedì 12 aprile 2018
Incoscientemente siamo diventati così talmente dipendenti dagli smartphone che non ci accorgiamo di vivere in un mondo dove manca la bellezza di stare insieme alla presenza umana.
Nell'era nella quale volgarità, falsità e sopraffazione dilagano come costume di vita, colui che manifesta gentilezza e tenerezza empatica verso l'altro con fermezza e correttezza d'animo è il vero rivoluzionario di questi tempi.
Una foto cattura in un istante un'emozione e l'imprigiona in eterno.
Non sincronizzate le foto del cellulare con il computer, se non avete prima sincronizzato la mente con il cuore.
Viviamo in un'epoca dove la delicatezza non si usa per amare, si usa per nascondere i propri sentimenti.
Da qualche anno i VIP si sono trasformati in VIF: "very important followers".
Tutti presi dai selfie e non ci guardiamo più in faccia. Stiamo consegnando gli scatti migliori ai like, e mi piaci. Abbiamo privato gli occhi di fotografare i ricordi più belli.
Nell'attuale società il libero pensatore è colui che pensa durante l'ora d'aria.
Con le nostre mani ci stiamo portando in un abisso, pieno di tecnologia ma privo di emozioni.
S'è persa l'abitudine di sognare, perché in un mondo ipertecnologico l'assenza di valori accresce nei cuori per dar spazio a superficialità ed inadeguatezza, a vizi e fantomatiche virtù, a scarsa educazione nonché a presunzione totale come unico disvalore che va contro Gesù.