La psicologia che indaga sul profondo dell'anima non ha ancora compreso che, se un'anima vuole nascondersi, non ci può essere nessuna scienza che la stani; essa si nutrirà di segreti e si travestirà talmente bene da trasformare se stessa in una psicologa perfetta.
La forma multiculturale non è altro che la cancellazione delle singolarità culturali identitarie, in favore di un agglomerato assestante ed amorfo, il cui risultato è l'emergere della mescolanza dei vizi insiti nella natura umana piuttosto che l'espressione dell'individualità da cui trae origine ogni virtuoso tratto.
Nel nuovo mondo totalitario tutti avranno l'essenziale, daranno un libro da imparare a memoria e verrà soffocata ogni individualità, quello scatto vitale che permette di migliorarsi: perché il prezzo della libertà sarà proprio quell'utopia dell'uguaglianza posta al di sopra di ogni comunismo e socialismo, le quali non erano nient'altro che filosofie preparatorie all'ingresso nel nuovo mondo.
Passato l'apogeo del neoliberismo trasmigrato dall'America all'Europa l'avvento del protezionista Trump getta le basi per esportare un nuovo modello di stato verticistico e totalitario su scala globale.
Sembra non si voglia prendere atto di come l'immigrazione sia un business alimentato dai soliti noti che lo portano avanti in barba a ogni logica che vorrebbe regolamentazione e buon senso solo per la convenienza che ne deriva; così si infonde nel popolo la cosiddetta distonia di pensiero che rende incapaci di cogliere il senso reale di ciò che avviene, da una parte si schiereranno i benpensanti e dall'altra i razzisti, ma sarà tutto funzionale a chi manovra dall'alto e regge i fili poiché i migranti rimangono tali, non avendo quindi la possibilità di integrarsi e contribuire ad arricchire il tessuto culturale e sociale, e gli ospitanti non ne traggono benefici.
In un paese in piena crisi non si può propendere per il mantenimento di un equilibrio in favore della salvaguardia di uno status generale di benessere, perché ciò avviene per la paura delle conseguenze di una rivoluzione che distrugga l'ordine generale e nel contempo coincide con l'incapacità concettuale prima ancora che fattiva di porre in atto un qualsiasi cambiamento.
La democrazia è solo la legittimazione del furto estesa a più soggetti, la favola più credibile possibile raccontata al popolo impotente, per occultare la spartizione privata della ricchezza collettiva.
Un politico in campagna elettorale accusa chi lo accusa, e trasforma castelli di carta in cose già fatte, poi quando arriva al governo, incolpa chi lo incolpa, e fa diventare tutte le promesse sogni nel cassetto.
La globalizzazione è lo strumento per la centralizzazione del potere, come farebbe un insegnante che voglia controllare una classe di trecento allievi; formerebbe dei sottogruppi con a capo un alunno a lui fedele in ciascuno di essi, facendo in modo da poter controllare così l'intera classe, dall'interrogato all'ultimo banco. E gli allievi ignari di avere tra di loro gli alleati del padrone, non avranno più altra libertà che quella di alzare la mano per l'appello o ripetere a memoria la lezione impartita.