Scritta da: alessia14
Domenica mi svegliai presto, nervosa per il mio primo giorno di lavoro. Rimasi sdraiata lì, cadendo nel sonno e risvegliandomi, quando mia madre entrò senza bussare.
dal libro "La ragazza del mare" di Sara Zarr
Domenica mi svegliai presto, nervosa per il mio primo giorno di lavoro. Rimasi sdraiata lì, cadendo nel sonno e risvegliandomi, quando mia madre entrò senza bussare.
"Dài, apri, non fare tante storie per quel cretino."
"Era il tuo migliore amico!"
"Era. Hai detto bene. Avanti. Puoi non andare a scuola, ma apri, ti prego, fallo per me. Sai che mi fanno paura le porte chiuse."
"Ciao passerotto. Come va?"
"Eh... va..."
"Cosa fai di bello?"
"Faccio vacanza."
Io non ce la faccio più! Non è possibile, qui bisogna parlare con la mamma. Qualcuno deve occuparsi di te. Sei nell'età critica. Io non sono tuo padre, né tua madre. Non posso starti dietro. Ho anche gli esami.
Sempre maggio. Datemi una macchina del tempo e cambierò il mondo.
Maggio. Gli adulti fanno le guerre e poi ci dicono che è per costruire un futuro migliore per noi. Tutto per farci sentire in colpa.
21 marzo. La primavera è un bivacco. Ceneri dell'inverno che volteggiano nell'aria, ossa spolpate dai compiti in classe e vecchi vestiti dimenticati nell'armadio.
"La mamma parla con l'urna." "Quale urna?" "Quella della nonna" si stizzisce Danilo. "Perché ne abbiamo un'altra, in casa?"
Sollevo l'urna e per poco non mi scivola tra le dita. È leggera come se fosse vuota.
Mio fratello Danilo era caduto dal motorino, si era fratturato la clavicola e l'avevano operato. Quando ero andata a trovarlo, sorrideva come uno scemo, con il braccio ingessato al collo, circondato da mazzi di fiori e dalle sue amichette con la pancia di fuori.