Scritta da: Anna R. Di Lollo
Ancor più terribile di un'eterna attesa è il non aver più nulla e nessuno da aspettare.
Composta domenica 13 novembre 2016
Ancor più terribile di un'eterna attesa è il non aver più nulla e nessuno da aspettare.
La bellezza di una donna risiede in minima parte nel suo corpo, per una porzione più cospicua nella sua mente e per la stragrande maggioranza nel suo cuore.
Mai permettere al tempo di scandire il tempo della nostra infelicità.
Il nostro maggiore patrimonio non sono i soldi, né alcunché di materiale. Il nostro tesoro più grande è la memoria di quello che siamo stati chiamati a fare o non fare, di quello che maggiormente ci caratterizza, di chi siamo. Perso il ricordo è persa ogni nostra identità.
La verità è sempre orfana, sterile e sola, e la schiettezza impopolare, così come l'onestà buca le tasche e l'ignoranza annebbia le menti.
Vecchia, saggia, canuta fata, la neve si presenta al mondo come sempre più raro evento. Cancella il tempo, modifica lo spazio, purifica e acceca con la sua casta luce, ci riporta bambini. L'intero universo zittisce dinanzi ai suoi racconti antichi. Narra di ere lontane, di arcani, magie, incantesimi. Racconta misteri di cui è unica detentrice. Lieve giunge, conquista ogni cosa su cui lo sguardo possa appoggiarsi, e poi, con la medesima leggerezza, fugge via. Impalpabile rapisce i nostri sensi, come il più bello e inafferrabile dei sogni che, da svegli, si dissolve come fiocco al tocco del nostro calore. Ogni meraviglia è fatta per gli occhi, per i pensieri che ci costruiamo intorno, per i desideri, mai per la sola realtà. Eterea la neve continua a scendere e a cantare il suo elogio alla spiritualità, alla leggiadria dello stupore, all'effimera felicità.
Qualora tu fossi umile e il tuo lavoro pressappoco invisibile, fai sempre in modo che il tuo operato risulti un sontuoso monumento alla grandezza.
All'appello iniziale e al giudizio finale di un nuovo giorno l'ottimista dedica un'opportunità, il pessimista solo un alibi.
Quel che manca è lo slancio, bisogna mirare in alto per calibrarlo e lanciarsi. Pensare, buttarsi nella mischia, farsi valere, ribellarsi se necessario... Abbassare sempre la testa scaverà solo un fosso degno di contenerla.
L'uomo che sfida sulla scacchiera la sorte si crede giocatore, ma è solo una pedina.