Possiedo il titolo più prestigioso che avessi mai potuto desiderare. Non me l'ha dato nessuna università, non mi chiamano né dottoressa, né professoressa. Mi chiamano mamma ed è il titolo migliore che possa avere, perché così mi chiamano i miei figli. È un titolo che m'inorgoglisce, mi responsabilizza e che mi riempie d'amore ogni giorno.
A volte ci sentiamo soli, in quel momento ricordiamoci sempre degli alberi, del vento, delle sue foglie, dei canti degli uccellini e di quel piccolo fiore fuori in giardino che resiste anche al freddo. Tutto può essere sentito e percepito con il cuore e questo ci fa una profonda compagnia.
La neve ci racconta fiabe d'inverno mentre noi non ci crediamo più.
Quanto sei bella natura. Ad ogni stagione cambi d'abito, ma in ogni occasione io ti trovo sempre bellissima!
I giorni sembrano tutti uguali. Qualcuno ogni tanto però pare come diverso. Una lunga passeggiata tra le braccia di novembre, raccolta di pigne e le sue ultime castagne. Sul finire c'è sempre un regalo dalla natura dobbiamo solo coglierlo.
L'amore è: mani grinzose che si accarezzano il viso, senza essersi stancate mai.
Sento profumo di novembre, i suoi camini accesi, le sue ultime foglie, i giardini appassiti, le pozzanghere e la pioggia che batte come un orologio. Tic tac, tic tac e la vita va!
Le case di montagna hanno quell'odore particolare, sanno di ricordi, di Natale, di legna e di pigne. Sono come maglioni caldi che scaldano, come giornate di sole che coccolano, come un bosco che abbraccia. Hanno la melodia del fuoco che scoppietta e lo scricchiolìo del legno mosso dal vento. Sono loro, così belle, accoglienti ed uniche. Sono il sogno di tanti che come noi amano la montagna.
Come farfalle l'autunno danza verso la sua meta, pian piano ogni giorno il suo manto color oro abbraccerà settembre poi ottobre e poi novembre e ci lascerà un altro bel ricordo di sé, la paziente armonia del lento scorrere del tempo!
A settembre ti prende un po' quella dolce malinconia, per quelle giornate che si accorciano, ricordi di un'estate che sentiremo sempre nel cuore. È il mese del sole che muore prima, ma con tramonti simili a ghiaccioli alla frutta, il mese dal sapore di cioccolato che ti lascia in bocca qualcosa che finisce, ma dolce e appagante. Le spiagge vuote e gli ombrelloni chiusi, il mare che si muove mentre ci piove dentro, con le nuvole nere da temporale. Sulla spiaggia solo impronte che rimangono nella memoria di chi si salva ricordando una giornata di sole, e non c'è onda del mare che possa far sparire un ricordo. È il mese dall'aria tiepida, del colore arancio e del golfino alla sera. Settembre e i suoi pigiami lunghi, quel senso di dispiacere dell'anima o di impazienza prima di tirare un lungo respiro ed entrare in apnea verso l'inverno. Settembre è aspettare che torni il sole per raccogliere le castagne e sentire poco lontano il mosto e le voci della vendemmia. Il profumo dei funghi e il canto del torrente che si gonfia all'improvviso. La storia si farà. Il primo settembre, è l'inizio dell'anno ma nessuno se ne accorge, ci porta verso la neve e forse non lo sai ma la stai già aspettando.