Scritto da: Fily Russo
in Diario (Delusioni)
Le parole illudono, i fatti deludono e poi ci sono alcune persone che, no ne parliamo!
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Le parole illudono, i fatti deludono e poi ci sono alcune persone che, no ne parliamo!
Arriva il giorno in cui ti stanchi di piangere. Quel giorno in cui ti arrabbi e ti ribelli. È una ribellione fatta nel silenzio, una di quelle ribellioni che bruciano dentro al petto, che spaccano il cuore fino a risanarti l'anima. Quel giorno in cui quelle frasi, quelle parole e quei "luoghi comuni" non ti toccano più. Arriva quel giorno in cui a tutti quelli che ti dicono che sei troppo forte, troppo indipendente e sicura di te, risponderai con il silenzio. Perché l'alternativa sarebbe urlar loro in faccia il fatto loro. Diresti a gran voce che non è un problema tuo se la tua sicurezza li spaventa! Che non ti riguarda il loro "piccolo e vittimistico" senso di inferiorità. Li guarderesti dritti in faccia per dire loro che se sei così forte, sicura e indipendente è perché proprio loro ti hanno insegnato ad esserlo. Loro sono stati quelli che ti hanno spianato la strada dove sei caduta mille volte e dove ogni volta ti sei rialzata ancor più forte. Non lamentatevi se le donne non hanno più bisogno di voi, volete difenderle? Imparate a non ferirle! Volete essere amati? Imparate ad amarle! Volete guardarle negli occhi e accarezzarle? Non pugnalatele alle spalle! Oggi come me credo che molte abbiano imparato a non credere più a nessuno, a non contare più su nessuno e a mostrare debolezze e fragilità a quei pochi volti sinceri che hanno la fortuna di avere vicino; e saranno quelli i volti che difenderanno ad ogni costo! Un posto "speciale" bisogna guadagnarselo perché a noi non ci hanno mai regalato niente, per tanto niente siamo disposte a regalare!
Non vantarti di avermi se mentre ti sono accanto guardi altrove. Perché le delusioni, le ferite che sanguinano nell'anima e le lacrime che nel silenzio cadono, danno un coraggio spaventoso e quando sarò io a guardare altrove mi vanterò di aver saputo rinunciare a te, risanare le mie ferite e restare in piedi con grande dignità.
Quelle volte in cui ti rendi conto di aver troppo sopportato... troppa pazienza e troppa fiducia è deleteria per te stesso, quando la offri a chi non merita e in un baleno decidi di voltare pagina... di riprendere il cammino... e dimostrarti che ti vuoi bene.
Odio l'imprevedibilità. Sì ok, tu mi dici che mi ami, che vorrai stare per sempre con me perché ti rendo la vita migliore, e tu ora andrai lontano da me per motivi lavorativi logicamente. Ma chi mi dice che lì non conoscerai qualcuno migliore di me? Sia fisicamente che caratterialmente, io ho avuto certezze da te, ma le donne di oggi se ne fregano di tutti e tutto, non capiscono che una volta rovinati i miei sentimenti, il loro male si rivolterà contro. Io sono stanca di non sentirmi mai abbastanza.
Il giorno che smetterò di piangere per te forse capirò l'importanza del tempo. Capirò quanto vale un momento di estremo dolore e la differenza tra le persone come "me" e quelle che in un secondo gettano dietro le spalle: parole, sentimenti e "ti amo". Il giorno che smetterò di piangere per te avrò da prendermi cura di me. Avrò da volermi così tanto bene da sapere che il mio cuore non lo devo mettere nelle mani di nessuno, mai più. Invece di amare "te", amerò talmente tanto "me" da non volermi perdere più.
Ho brindato ai sapori più amari della vita. Ho alzato il calice di fronte alle sconfitte peggiori. Ho versato champagne sulle mie ferite e le ho rese speciali, importanti e di estremo valore. Ho allungato il liquore con lacrime che sapevano di delusione. Oggi, alzo ancora il calice, ma questa volta lo riempio d'acqua e brindo alla semplicità. A quella semplicità che inizi ad apprezzare dopo aver rincorso l'impossibile, dopo essere caduto troppe volte davanti alla "grandezza" di chi con tante bugie ti ha fatto sentire "piccolo"!
Bravi a chiedere a qualcuno: "perché te ne vai"! Ma in quanti sanno capire che qualcosa non va nel periodo che precede la domanda. Possibile che non ci si renda conto che la corda ormai è troppo tesa, che è stata tirata troppo e per un arco di tempo costante e lungo. Incredulo resto ancora di fronte all'ignoranza di chi dicendo di "amarti" non si accorge delle mancanze, del dolore e della delusione che dona pur essendoti accanto. E mi arrendo quando mi rendo conto che nemmeno dopo lo capiscono, perché altrimenti quel: "perché te ne vai" non lo pronuncerebbero.
Ho quel maledetto vizio di restarci male e far finta di niente; Quel dannato vizio di morire dentro e continuare a sorridere, quel fottuto vizio che non so perdere.
Quando amo do tutta me stessa, ma se vengo tradita la misura è la stessa, e ti anniento con la stessa intensità.