I giorni in cui dimentico sono finiti, stanno per cominciare i giorni in cui ricordo.
dal film "Pulp Fiction" di Quentin Tarantino
I giorni in cui dimentico sono finiti, stanno per cominciare i giorni in cui ricordo.
In ogni strada di questo paese c'è un nessuno che sogna di diventare qualcuno. È un uomo dimenticato e solitario che deve disperatamente provare di essere vivo.
Sono trascorsi 84 anni, e ancora sento l'odore della vernicie fresca, i servizi di porcellana non erano mai stati usati, nessuno aveva mai dormito tra quelle lenzuola. Il Titanic era chiamato la nave dei sogni, e lo era, lo era davvero.
- È vero, sono caduta.
- E ora guardala... Così elegante.
- Signor direttore generale, dovremo sbrigarci, perderemo l'inizio.
- Vediamo le danze di primavera ogni anno, possiamo perdere un minuto. Come ti chiami? Non avere paura di guardarmi.
Ti piacciono le prugne dolci o le ciliege?
- Vuol dire da mangiare?
- A me piacciono le prugne dolci. Vieni.
Nella vita nessuno di noi trova la gentilezza che dovrebbe.
Buongiorno. Uno di ognuno, per favore. I miei figli li aspettano tutte le primavere.
- Ora sono una geisha anch'io!
- Eh, si. Lo sei. Dove hai preso questi occhi sorprendenti?
- Mia madre mi ha dato questi occhi.
- Generoso di parte sua.
- Come lo è stato lei con me.
- Fammi un sorriso, non vuoi? Ecco, così. È il tuo regalo a me. Con questi ti comperai la cena. Ed ora promettimi una cosa: quando farai un capitombolo, niente broncio.
Molto meglio.
Mia madre diceva sempre che mia sorella Satsu era come il legno: radicata nel terreno come un albero Sakura. Ma a ne diceva che ero come l'acqua. L'acqua si scava la strada anche attraverso la pietra, e quando è intrappolata l'acqua si crea un nuovo varco.
Quando il Principe Azzurro trovò la scarpetta di Cenerentola, non lo accusarono di essere feticista.
- Carol: È stato tuo padre a parlarti di questa musica?
- Stefano: Sì! Dice che è l'unica volta in cui ti ha visto piangere.
- Carol: Allora è per questo che mi hai portato qui!? Una serata particolare, un posto magico e un secondo fine... come sempre.
- Stefano: Io non ti ho mentito quando ti ho detto che volevo vederti sotto una luce diversa... era la verità.
- Carol: E pensavi davvero che bastasse un po' di musica per vedermi crollare?
- Stefano: Io pensavo solo che bastasse un po' di musica per capire qualcosa in più di te.
- Carol: Non sempre conoscere il passato di una persona aiuta a capirla, vedi tuo padre.
- Stefano: Carol che cosa c'entra mio padre? Non cercare di cambiare discorso.
- Carol: C'entra invece, dimenticando il suo passato lui ha dimenticato chi era veramente, ma questo a me non succederà mai.
- Stefano: Se hai alzato un muro così alto... quello che difendi deve essere davvero molto importante... e io voglio scoprirlo...
- Carol: Sì! Su questo hai ragione, la cosa più preziosa che ha una persona sono i ricordi!
Un corpo che sembra esser fatto apposta per il mio, un'anima che non mi cela segreti.
Io ascoltavo sguazzare nella barca
i piedi scalzi
e immaginavo i volti spenti dalla fame.
Il mio cuore è stato un pendolo fra lei e la strada.
Io non so con quale forza mi sono liberato dei suoi occhi
e sono sfuggito alle sue braccia.
Lei rimase ad annebbiare di lacrime la sua angustia
al di là della pioggia e del vetro.
Ma incapace di gridarmi: aspettami
io vengo via con te!
- Lena: Tu mi hai amata mamma?
- Sarafine: Cosa? Ehm, uff, senti io non me lo ricordo, nessuna madre ti ama veramente, non è facile sai: spingere un'altra femmina fuori di te, una versione più perfetta, più giovane di te stessa, tutta possibilità e niente errore. L'amore è solo un trucco della mente, capisci? Non c'è niente del genere in natura, è un incantesimo creato dai mortali per dare alle loro femmine qualcosa con qui giocare in cambio del potere, io voglio che abbia il potere, io voglio che tu sia davvero quel che sei dentro.