So quello che le sta succedendo e non le posso dire che con il tempo passa, perché non è vero. Non passa, rimane lì. È solo che uno si abitua a convivere con il dolore, con l'idea dell'assenza. Dicono che è come la morte, però non è vero: è peggio. Se fosse morto non penserei che è colpa mia, non pensare d'essere diventata vecchia, o non abbastanza bella. Però non è morto, è stata una sua scelta non stare più con me. Gliel'ho detto, non passa. Non si dimentica. Però diventa sopportabile. Arriva un momento, una mattina, che ti svegli, ti vesti meccanicamente ed esci di casa per andare a lavoro. Senti che la vita continua, che è più forte, e che bene o male tu ci sei dentro. Allora prendi un respiro, e ricominci a camminare con la tua ferita. Tutto qui.
Per quanto possa essere impegnativo espiare i nostri peccati... le ricompense valgono ogni singolo sacrificio. Ma la parte più difficile è ammettere che si è commesso un peccato. Per la maggior parte della gente è troppo difficile affrontare i propri crimini, e pensano che sia più facile fingere che niente è accaduto. Il problema con il nascondere i propri peccati è che ritornano sempre, e il giorno in cui qualcuno avrà espiato le proprie trasgressioni del passato... un principe un tempo puro, non potrà fare a meno di commettere un nuovo peccato. Xoxo Gossip Girl.
È finita punto. Che c'è tanto da pensare? Come deve essere? Ti manca, ti manca persino il suo odore. Ti svegli la mattina e lei non c'è. Pensi a lei che sta con un altro, ad un altro che la tocca, che fa l'amore con lei al posto tuo. Ma va bene, è quello che fanno tutti. Però adesso basta, non ti ho mai visto così. Che cazzata è? Mi spieghi come fa ad essere la donna della tua vita se lei nemmeno ti vuole? Quando sei stato tu dall'altra parte non mi pare che l'hai presa così male, che hai pensato al dolore che procuravi, te ne sei andato quando non amavi più, come fanno tutti. Adesso che c'è? È ill pensiero d'aver sbagliato qualcosa? D'aver fatto una cazzata ad aver lasciato una che ti amava per una che...
Rochester: non ridete mai, signorina? Solo di rado, immagino. Ma non siete nata austera così come io non sono nato crudele. Leggo in voi lo sguardo di un uccellino curioso, attraverso le sbarre di una gabbia. Un vivido e irrequieto prigioniero. Fosse libero, volerebbe molto in alto.
Rochester: ho una strana sensazione riguardo a voi, come se avessi una corda sotto le costole a sinistra, annodata ad una corda simile dentro di voi. E se andaste via temo che quella corda che ci unisce si spezzerebbe e so che comincerei a sanguinare internamente.
- Rochester: Perché ve ne state andando? - Jane: Sono stanca, signore. - Rochester: Perché non siete venuta a parlarmi? Non vi vedo da settimane... sarebbe stato normale ed educato dirmi buona sera. - Jane: Sembravate impegnato.
- Rochester: Avanti parlatemi. Vorrei soltanto farvi uscire dal vostro guscio. Avete l'aria di chi si trova in un altro mondo. Non voglio trattarvi come un'inferiore. - Jane: Eppure mi comandate di parlare. - Rochester: Siete ferita dal tono del mio comando? - Jane: Pochi padroni si preoccuperebbero di sapere se i loro subordinati siano feriti dai loro comandi. - Rochester: Subordinati. Dimenticavo lo stipendio... visto che ricevete uno stipendio, potreste parlare con me da pari? Senza pensare che la richiesta nasca dall'insolenza? - Jane: Non scambio mai la famigliarità con l'insolenza. La prima non mi dispiace, l'altra... nessuna persona libera dovrebbe accettarla. - Rochester: Sciocchezze. - Jane: Neppure per uno stipendio. - Rochester: Molte persone libere accetterebbero ogni cosa per uno stipendio, ma vi stringo mentalmente la mano per la risposta. Non esistono 3 giovani governanti su 3000 che mi risponderebbero così. - Jane: Non avete passato molto tempo in nostra compagnia. Sono un semplice uccellino uguale a tutte le altre, con una comune triste storia.
- Rochester: In primavera sono tornato a casa con il cuore dolente e l'anima appassita, e ho incontrato una dolce sconosciuta la cui compagnia mi rallegra. Con lei sento di poter rinascere in una maniera più alta e più pura. Ditemi, sono giustificato a scavalcare un ostacolo di formalità per averla? - Jane: Esiste un ostacolo? - Rochester: Un mero impedimento convenzionale. - Jane: Ma quale può essere? Se nutrite un affetto, signore, una dote non può esservi di impedimento. E se la donna è di nobili stirpe e sembra ricambiare il vostro sentimento... - Rochester: Jane, di chi credete stia parlando? - Jane: Della signorina Ingraam. - Rochester: Io sto chiedendo cosa farebbe Jane eyer per garantire la mia felicità. - Jane: Farei qualunque cosa per voi, signore. Qualunque cosa sia giusta. - Rochester: Jane... voi mi trafiggete. Sento di potervi parlare ora della mia amata. L'avete incontrata, la conoscete. È una persona rara, fresca, fiorente, senza alcuna macchia. Mi rigenererà, farà di me un uomo migliore.