È finita punto. Che c'è tanto da pensare? Come deve essere? Ti manca, ti manca persino il suo odore. Ti svegli la mattina e lei non c'è. Pensi a lei che sta con un altro, ad un altro che la tocca, che fa l'amore con lei al posto tuo. Ma va bene, è quello che fanno tutti. Però adesso basta, non ti ho mai visto così. Che cazzata è? Mi spieghi come fa ad essere la donna della tua vita se lei nemmeno ti vuole? Quando sei stato tu dall'altra parte non mi pare che l'hai presa così male, che hai pensato al dolore che procuravi, te ne sei andato quando non amavi più, come fanno tutti. Adesso che c'è? È ill pensiero d'aver sbagliato qualcosa? D'aver fatto una cazzata ad aver lasciato una che ti amava per una che...
So quello che le sta succedendo e non le posso dire che con il tempo passa, perché non è vero. Non passa, rimane lì. È solo che uno si abitua a convivere con il dolore, con l'idea dell'assenza. Dicono che è come la morte, però non è vero: è peggio. Se fosse morto non penserei che è colpa mia, non pensare d'essere diventata vecchia, o non abbastanza bella. Però non è morto, è stata una sua scelta non stare più con me. Gliel'ho detto, non passa. Non si dimentica. Però diventa sopportabile. Arriva un momento, una mattina, che ti svegli, ti vesti meccanicamente ed esci di casa per andare a lavoro. Senti che la vita continua, che è più forte, e che bene o male tu ci sei dentro. Allora prendi un respiro, e ricominci a camminare con la tua ferita. Tutto qui.
Ernesto: "Eccome Fulvio, pronto." Fulvio: "Dai allora, siamo tutti ansiosi di sapere l'ultima puntata della tua avventura!" Ernesto: "Fulvio senti, io forse in questi giorni non t'ho detto tutto quanto. E cioè che se non avessi avuto una famiglia, se non avessi avuto una moglie o una figlia che m'hanno ripreso a casa, ma chi ero io adesso? Chi ero? Ero un poveraccio. Perché la famiglia è importante, è un valore prezioso. Ma vuoi mettere l'abbraccio di tua moglie, un dialogo ritrovato con tua figlia, sono cose importanti..." [...] Ernesto: "Fulvio, quegli occhi, quel paio d'occhi che brillavano, sembravano due fari, due torcie. E quel sorriso, così accecante sembrava... sembrava di vedere il sole quando lei rideva. Fulvio, quando un uomo si sente addosso quello sguardo, quell'espressione, è inevitabile che gli esploda qualche cosa dentro. Tu pensi che io c'ho avuto soltanto un infarto? Ma io ce n'ho avuto tre, quattro... non lo so nemmeno io quanti ce n'ho avuti!"
Da piccola vedi il mondo come un immenso negozio di dolciumi, pieno di pasticcini e caramelle. Ma un giorno ti guardi intorno e vedi una prigione e tu sei nel braccio della morte.
Senti so che è difficile credere alle persone che ti dicono "So cosa provi", ma io so davvero che cosa provi... Sto cercando di dire che capisco com'è sentirsi piccoli e insignificanti, quanto è umanamente possibile e come può far male in punti che nemmeno sapevi di avere dentro di te. E non importa quante volte cambi taglio di capelli o in quante palestre ti iscrivi o quanti bicchieri di chardonnay bevi con le amiche, vai lo stesso a dormire ogni sera riesaminando ogni dettaglio e chiedendoti dove hai sbagliato, come hai fatto a non capire. E come diavolo hai potuto pensare di essere tanto felice in quel momento. Ti capita anche di convincerti che lui capirà che cosa ha perso e busserà alla tua porta. E dopo tutto questo per quanto a lungo la storia possa durare vai in un posto lontano e conosci persone che ti fanno sentire di nuovo viva e finalmente i pezzettini della tua anima si rimettono insieme e tutta quella confusione, tutti gli anni della tua vita che hai sprecato alla fine come per incanto svaniscono.
È solo una questione di prospettiva: in qualsiasi punto del cielo si trovi la luna e in qualsiasi parte del mondo tu sia, se alzi la mano e chiudi un occhio, non è mai più grande del tuo pollice. Savannah: non so in quale parte del mondo tu sia adesso John, non importa quanti anni siano passati, so che una cosa è certa come lo è sempre stata... a presto.