Non serve che io parli, lo fanno i miei occhi, loro non sanno mentire. E adesso dimmi cosa dicono? Ti aiuto? Sono occhi stanchi perché, senza ipocrisia, in me c'è del dolore. Riflettono la fatica di tanti ostacoli superati e il senso di impotenza per quelli troppo grandi e insormontabili. Occhi colmi di ricordi belli e basta che li chiuda un po' e ne assaporo ogni emozione. Occhi che nonostante tutto sanno anche sorridere perché provano sempre ad andare oltre il mio orizzonte. Occhi che anche se piangono lo fanno con dignità perché io non abbasserò mai lo sguardo. I miei occhi sono il riflesso della mia anima.
Un attimo, fermati solo un attimo, "ascolta" il mio silenzio, guarda i miei occhi, osserva il mio viso, "studia" il mio sorriso. Hai mai ascoltato il "rumore" dei miei sospiri quando ingoio e buttò giù i bocconi amari? (Ormai sono tanti). Hai mai guardato le lacrime "sfuggite" e subito asciugate? Hai mai provato ad entrare nel mio "mondo" dove ci sono un "turbinio" di emozioni che mai riuscirei a descrivere a parole. Emozioni di un vissuto che non sempre riesco ad accettare (Sono umana, scusate). Entraci, e togliti le scarpe! Solo allora potrai comprendere e mai più giudicare.
Un nodo alla gola, le lacrime sono tutte lì, che magari riuscissi a scioglierlo! Perché fa male, stringe. Chissà forse è un nuovo modo di piangere: senza dar "fastidio", quando la "dolce violenza" del ricordo fa capolino, e nessuno se ne accorge perché guardandomi vedrà forse per un attimo solo occhi lucidi, ma quando tornerà a guardarmi le lacrime saranno tornate giù e tutto sarà come prima, come sempre.
Riemergo da quest'acqua gelida, gelida come il mio cuore, la mia ragione, che non mi fa pensare dolcemente, ma motivatamente cattiva, talvolta indifferente ai sentimenti altrui, forse per questione di autodifesa da tutte quelle illusioni datemi da credere da persone che non valevano la pena, o forse proprio dalle illusioni che mi sono creata io, dalla speranza che ancora alloggia in me.
Cammino a piedi scalzi tra questi vetri rotti di specchi ormai vecchi, che non si usano più, come abbiamo fatto noi, che un po' ci siamo buttati e un po' ci siamo tenuti, tra "ti amo" e "ti voglio bene" detti al vento.
A volte è davvero dura. Sembra talmente pesante da far piegare le gambe e cadere a terra; sembra che il suo peso ci schiacci togliendo il respiro. Poi, basta guardarla e capire che è vuota: c'è chi è passato di lì, per andare oltre. Ha fatto tutto questo per noi. Accadrà, le gambe cederanno, il suo peso ci schiaccerà, ma dovremo avere la forza di alzare lo sguardo e contemplarla. La Croce, tutto passa da lì.
Sono di poche parole quando divento acidamente stronza. Non amo litigare in pubblico e nemmeno a tu per tu. Non è una scelta legata alla paura, perché con gli anni ho imparato che la gente senza dignità non merita nemmeno la mia attenzione. Pertanto lascio la mia più completa indifferenza.
Seduto su una panchina, un giorno capirai che sono state "solo scuse" quelle di non sentirti all'altezza e non vivere la vita fin in fondo, senza rimpianti. Sono state le paure a farti rinunciare a ciò che volevi davvero. Sono stati i limiti imposti dalla colpa di una ragione incoerente che non ha giudizio, né giustificazioni. Sono stati i timori di perdere, ma perdere cosa? Se hai già perso in anticipo avendo abbandonato i tuoi sogni! Capirai che tra mille rimpianti sei rimasto solo con la tua solitudine.
E arrivi a desiderare quel briciolo di serenità come fosse acqua nel deserto, preziosa come quella lacrima che, imprigionata in te, racchiude e nasconde tutto il tuo star male. E intanto il veleno avanza, lo senti nei pensieri, nel cuore, nell'anima, mentre, con tutta la forza che hai, urli a te stessa che non vuoi morire.