Syros Sorgi,
come lo sguardo del mattino
ancora sognante
e perso.
Le Cyclades,
in isole distese
all'accecante sole.
Camminando ad Ermoupoli,
hai la Grecia sotto i piedi
nel punto suo centrale
l'aria è medioevale.
Il Pireo,
forgia come un miraggio
la bianca nave
e nelle spiaggette penetranti
si respira il mare.
Buona è la notte,
ma di dormir non ne ho voglia.
San Martino mi ha svegliata
e stavo sognando:
guardavo le ultime rose
in un roseto ingiallito,
irto di spine
scomposto,
al vento rivolto
tremando.
Dubitando vivo
Calamitando a me,
convivo.
Nel sole, che tiepido
gioca fra gente tramortita
dagli anni;
giovani che cercano e
altri che non possono.
Stringo amicizie volanti
che non saziano i miei giorni,
anzi,
li annebbiano e d'ombra
si scolpisce l'orizzonte.
Guardando in alto,
oltre il cielo,
nient'altro io vedo,
se non le solite stelle
e la luna caina
che circola fredda,
a spese del sole.
E, già s'intrufola nei pori
la sua sostanza,
sposta il suo dito
tremando l'autunno.
Carico di memorie e
emozioni,
calca i suoi passi
in radure di vento.
Dai rami di croci
d'acqua,
mani di foglie
nell'aria si smembrano.
Nel fuoco scoppietta
la castagna,
Suona lontano una campana.
Torna di moda il colore della terra.
Non è per mio voler
Che ti amo
È per qualcosa
Che sopra il mio voler
S'impone.