Poesie di Antonio Prencipe

Studente, nato sabato 29 giugno 1991 a Mattinata Prov. FG (Gargano) (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Antonio Prencipe

La guerra non ripaga le lacrime

La parola Pace ormai insanguinata
rinasce ogni volta dentro
una bandiera colorata.
Un corpo senza respiro...
Si Dio prendi anche me,
un'altra croce non fa rumore
nel cimitero degli innocenti.
I corpi immobili: vittime
della guerra stesi a terra
come sigarette calpestate dal vento.
Parole gettate nel camino assieme
alla disperazione dei folli.
Pensieri sfuggenti sono i missili
che sfiorano i capelli neri
come il nulla che presto arriverà.
Abbracciava sua mamma e sorrideva
al suo carnefice il bambino
dalle lacrime argentate...
La sua purezza prima di diventar tempesta
rimase a guardare il sangue grondare
dalle labbra astemie di un soldato
venuto da lontano per morire solo
in quella pace che tanto aveva predicato.
Il portinaio del paradiso attende
le anime per salvarle definitivamente
da questa guerra fredda scambiata per libertà.
Dio si lavò le mani...
I peccati perdonati e i corpi nei fiumi
consumati, divorati dai falchi codardi.
Scannati come animali e gettati
nei pozzi troppo profondi per
poter essere trovati dall'amore.
Guerre Sante che non conoscono fame
e preghiere di bambini morti sugli altari
costeggiati da petali e lacrime d'angeli.
Caccia all'uomo scambiata per incidente
stradale nell'autostrada della vita.
Un tulipano sui corpi deturpati
nascerà ogni volta che una
goccia di sangue sfiorerà
il terreno prosciugato dal dolore.
E camminare a piedi nudi sul filo spinato
per poi squarciarsi l'anima
con i cristalli di neve rovente.
Aerei di carta un giorno torneranno in cielo
ricordando al mondo che la guerra
è solo una lacrima spezzata che cade
dagli occhi di chi la guarda.
Antonio Prencipe
Composta domenica 4 dicembre 2011
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    Scritta da: Antonio Prencipe

    Bastava accarezzare il rumore della pioggia

    A luci spente dentro la muffa
    di queste mura osservo le albe
    rimaste sospese tra terra e fumo.
    Brilla mentre tutto tace
    il tuo sorriso soffocando
    l'urlo incredulo del mio destino.
    Ogni tanto piango lacrime e catrame.
    Uno sfogo imparziale che mi fa capire
    che in fondo un minimo di sensibilità
    nel mio interno vive ancora.
    Un calcio nel culo al mio cuore di gabbiano...
    Il buio più amaro comunque
    è più chiaro ora che sogno solo te.
    Uno schiaffo in pieno volto...
    Una parola d'amore...
    Un bacio dissanguante mi leva di dosso
    il vestito d'angoscia che ricopre il mio corpo.
    Cuore di Gesù Cristo crocifisso
    in mezzo ad una via...
    Rinascerò dopo un salto a mezz'aria,
    coscienza nuda e ustionate illusioni.
    Bastava abbracciare l'aria che avvolge
    questo metro quadro di stanza e scrivere
    sulle ali del domani: "fa che sia vita
    questo soffrire per te".
    Camminare da soli a mezzanotte
    mano tesa verso il silenzio,
    udire il rumore della pioggia e sperare
    di poter confondere l'odore della sconfitta
    con quella dell'orizzonte più vicino.
    Antonio Prencipe
    Composta giovedì 1 dicembre 2011
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      Scritta da: Antonio Prencipe

      L'inchiostro dell'anima incontra la solitudine

      Incasso con dignità.
      Noi con una stella sulla fronte
      raccolti da una fermata di autobus
      in mezzo ad un strada deserta.
      In tasca pochi anni ma con la consapevolezza
      di saper già dove si va a finire.
      Troppi stronzi padroni del popolo
      si sono persi nel vento...
      Perdendo il conto in banca di una vita
      gettata in fondo dove gli occhi
      del potere osservano vili i loro servi,
      ed ora la carità riveste il viso.
      Il cancello di bronzo ho preso a calci...
      Nel suo interno troppi amori
      con cui non ho avuto molta fortuna.
      Le ragnatele sui sentimenti
      ripudiati e mai comunicati a chi
      ieri, oggi si è preso tutto.
      Preferisco farla finita con questa
      finta utopia ho una storia incompresa
      con me stesso da vent'anni,
      mi amo così poco ma ci finirò dentro
      e con un po di malinconia m'innamorerò
      degli occhi grandi e chissà forse
      amare se stessi è bello come accendere
      una sigaretta nei momenti di dolore.
      C'è che in questa vita ho preferito
      sempre farmi male e non dimenticare.
      Senza mai prendere per mano il coraggio
      e camminare solo per le vie funeste
      del mio credere in una libertà virtuale.
      La solitudine è la madre degli incompresi,
      di chi di notte scrive in versi
      con l'inchiostro della propria anima
      le paure, i dolori, gli amori amati
      così tanto da non pensar più che "ricevere"
      ti possa rendere felice perché ti basta
      il "dare" per poi soffrire per sempre.
      Chi parte con una valigia di piombo
      e non torna non è egoista
      è solo una persona che ha perso
      tutto compreso il cuore di cemento.
      Diversi e dispersi sopra la follia
      per poi marcire dentro
      una preghiera fatta da una vecchia signora
      sopra la bara di un figlio
      caduto sotto la luna da solo.
      Antonio Prencipe
      Composta martedì 29 novembre 2011
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        Scritta da: Antonio Prencipe

        Un pezzo di guerra tra le dita

        Nascerai domani in mezzo ad una strada
        da una cagna smielata Regina
        della dignità venduta per miseri pezzi di pane...
        Tu bambino...
        In mano hai la ricchezza
        dell'immensità e scoprirai, ricercherai
        nella nebbia le tue prime parole
        dette a quella mamma sempre più sorda.
        Muore sempre vicino al balcone
        di casa mia Dio e risuscita sempre
        sui portici in periferia della vita mia.
        Le mine sui fogli di carta...
        La guerra è appena iniziata almeno per me.
        Il peso di un cuore equivale
        alla fragilità del vetro su cui viene riposto.
        Ritrovarsi a vent'anni e non saper far niente,
        sperduto in un bar del centro,
        birra in mano e orgoglio segnato dalla stanchezza
        e chissà quanti amori si sono persi
        come me in questo sorseggiare vite...
        Eppure lo ammetto mi sono sputtanato l'anima...
        Ho bisogno del tuo amore.
        Eppure i proiettili si perdono nel sonno
        e tra le lenzuola si cerca ancora il rancore.
        Le amicizie come cani randagi
        voltano le spalle al pavimento
        dove il corpo tristemente si è sacrificato.
        Non si è più liberi nemmeno di morire
        come si è nati se non si porta con sé
        nella bara un pezzo di guerra.
        Antonio Prencipe
        Composta lunedì 28 novembre 2011
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          Scritta da: Antonio Prencipe

          Sorrisi di piombo

          Proverò a distruggere lo specchio senza ascoltare il rumore
          del mio viso riflesso che si schianta al suolo.
          Mille amori e mille notti di sesso
          potranno divorare la nostra pelle scarlatta...
          Ma se l'amore vero sfiora
          quella stessa pelle e quel cuore ricucito
          da un ditale di vento e un ago
          d'inettitudine non rimane altro che
          inchinarci ad essi perché tutto ciò
          che ci appartiene rimarrà per sempre
          legato col nodo opportuno della saggezza
          anche se molte volte cercheremo di negarlo a noi stessi.
          Cerca il tuo passato e perdonalo.
          Così mi hanno detto.
          Ed io alzando le spalle ricercai quel grido muto
          che tanto ho bramato per poi trasformarlo in versi...
          I versi di una poesia turbata dai tramonti che come stille
          di terra sterilizzano i vitigni di scarsa vita
          tramutata in vino acerbo.
          Ho vestito d'organza e d'amaro disprezzo
          la mia rabbia per poterla così dagli occhi indiscreti
          della notte nasconderla per un giorno o forse per sempre.
          Con l'empatia struggente di un fior di pesco
          mi sono inginocchiato ai piedi del mio insensibile amore.
          Figlio della guerra, frammento di verità radicato
          nel mio vivere...
          Un miracolo di falsi idoli e ipocriti macigni
          dispersi nell'eterno asfaltare letame su una giustizia
          che mai arriverà.
          Non piango più a cadere ci pensano i sorrisi di piombo.
          Antonio Prencipe
          Composta lunedì 21 novembre 2011
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            Scritta da: Antonio Prencipe

            I fratelli si amano come il sangue

            Non pensare mai
            che questa libertà sia la fine...
            La mia vita ormai è stata censurata
            me lo disse un Dio mentre scavava
            a mani nude dentro il mio cuore.
            Il mio animo ribelle ho legato
            all'albero maestro della mia ragione.
            Non aver paura la notte comunque
            arriverà, fatti trovare pronto...
            Perché un giorno il tuo cuore
            si frantumerà al suolo
            e come tanti coriandoli
            nell'aria si disperderanno.
            E non credere mai agli stupidi poeti
            quanto ti diranno l'amore è tutto,
            l'amore ama e protegge.
            Si forse è così ma a volte l'amore
            tradisce, colpisce dritto al petto
            e ti lascia steso a testa in giù
            su delle labbra spente da rinnegare,
            senza aliti di vento sul viso tuo
            nudo e straziato...
            Ricorda sempre i fratelli si amano
            anche quando il sangue
            si discioglie nella polvere.
            Qualunque sia o sarà la difficoltà
            mai ti volterai indietro
            senza prima aver incrociato i miei sguardi.
            Ricorda ancora una volta
            i fratelli si amano come i sogni,
            come il tempo che sudato
            sfiora le dita sporche di salsedine
            Anche quando le mura dell'impotenza
            crolleranno su di te
            non aver dubbi mai.
            Io ci sarò...
            Le onde del mare sfioreranno anche te
            ed io sarò il tuo scoglio
            le sosterrò e quando sarai pronto
            te le lascerò affrontare.
            Ho negato la felicità a me stesso.
            Ricorda che c'è un bene in questo mondo
            per cui vale la pena vivere
            e in meno di un istante capisci
            cos'è il dolore.
            Fallo per te non tradirmi.
            Fallo per me tocca il cielo
            sempre con la speranza in tasca
            e le ali spalancate verso le stelle.
            Antonio Prencipe
            Composta giovedì 17 novembre 2011
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              Scritta da: Antonio Prencipe

              Maledetto giorno perso nel frastuono di un tuono

              Io non ho mai amato la vita
              e forse mai l'amerò
              e forse è proprio per questo
              che di notte scrivo...
              Non ho chiesto io di nascere.
              Non ho implorato io quello stronzo
              chiamato destino, non gli ho chiesto
              di stare qua a farti, a farmi male.
              Però ci sono dentro
              e comunque vada sono qua
              e non so se ne vale la pena o no
              comunque andrà anche se dovrò
              sputare in faccia all'inferno
              io ti saluto
              Maledetto giorno perso
              nel frastuono di un tuono.
              Ora sono qui...
              Stringimi le mani,
              ora più che mai non lasciarle.
              Sono alla porta e due scelte
              mi toccano l'anima...
              Sono armato: ho la pistola carica
              e la verità disarmata ora tocca
              al cielo mostrare le sue armi.
              La paura di morire non mi è mai
              venuta a cercare,
              sono io che molte volte la cercavo
              per potermi sentire umano.
              Ero sveglio e avevo sonno.
              Dormivo e avevo voglia di vivere.
              Non m'importa più cercarti un nome
              voglio solo ammazzarti ma so
              che non riuscirò mai a farlo
              perché resti la parte incompresa
              di me stesso.
              Ho sterilizzato l'aria di piombo
              che avvolgeva questa stanza.
              Affogato i silenzi nel fuoco
              che bruciava la plastica
              del puttanaio qui vicino.
              Cancellato la disperazione dai letti
              gonfi d'odio, stuprati dai
              corpi astemi sui lenzuoli opachi, sporchi.
              Ho dipinto il buio con la ruggine
              che a fiumi grondava dai miei occhi.
              Sprofonda nel sottosuolo chiamato tormento.
              Addio forse per non morire
              Maledetto giorno perso
              nel frastuono di un tuono.
              Antonio Prencipe
              Composta giovedì 10 novembre 2011
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                Scritta da: Antonio Prencipe

                Nel cielo cerco ancora te

                La verità è che siamo tutti
                dei cuori... spezzati
                dall'abitudine che è
                una scelta.
                Il pianoforte si scatena,
                suona melodie Rock che devastano
                i pavimenti e lasciano crollare
                le mura dei cimiteri senza anime.
                Mi hai fatto una promessa.
                "Non ti lascerò mai solo in questa
                guerra fredda che è la Vita,
                se mai ti lascerò a farti compagnia
                ci sarà il mio Ti Amo".
                Così dicevi ed io sul mio braccio
                ho tatuato il nostro
                punto interrogativo.
                Non c'è...
                Non c'è nemmeno un Ti Amo
                che m'accarezza la pelle
                e le paure tempestose e acute
                che ora come ora lasciano tremare
                le mie mani assenti nel presente.
                Un grande amore non si dimentica,
                si piange tutti i fottutissimi giorni
                sdraiati sui letti tremando
                e sospirando assieme al freddo
                sofferto sopratutto nei giorni
                caldi d'agosto...
                Il tuo egoismo,
                l'egoismo di quel gesto atroce
                ha tolto il fiato
                perfino alla mia coscienza che sola,
                poggiata al palo in penombra
                della luce gridava come una pazza:
                "Addio Cuore Bastardo".
                I nostri amici parlano ancora di noi...
                E ormai noi ci siamo divisi per Sempre...
                Per Sempre soli nell'immensità
                di un sogno.
                Nella fobia di un orgasmo mancato.
                Chissà come stai lì
                sicuramente in mezzo alla neve
                e alle stelle immobile fumerai
                quella marlboro maledetta.
                Ogni tanto fuori sembra che piova
                e invece ora so...
                So che sei tu che cerchi di farmi
                alzare lo sguardo in cielo
                e così finalmente vicini.
                Occhi negli occhi infranti nei cristalli.
                Antonio Prencipe
                Composta domenica 6 novembre 2011
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                  Scritta da: Antonio Prencipe

                  Inonda il fumo tra le colline invidiate

                  Respiravano gli Dei.
                  Sorridevano i cornuti.
                  Uccisa al primo ballo...
                  Le montagne parlano,
                  sputtanano le colline immerse
                  nell'amore, piccole
                  e desiderate dalle nuvole.
                  Ti amo così tanto...
                  Così tanto da preferire di farti male
                  piuttosto che starti accanto...
                  Nelle case è già Natale
                  ed io metto a fuoco l'albero
                  con accanto i doni pagati
                  a caro prezzo dal cuore mio.
                  Ma quanto mi costa dimenticarti,
                  non basta nemmeno una vita
                  persa dalla propria coscienza.
                  A tutte quelle notti passate
                  sugli scogli a raccogliere conchiglie.
                  A tutti gli amori venduti
                  alle aste di paese e in cambio
                  squallidi cristalli,
                  neri come la sera abbandonata
                  nei boschi repressi di luna piena.
                  A tutti i pescatori che imitano Gesù.
                  A tutti quelli che tra lacrime
                  e marlboro si perdono in
                  un bicchiere di vino rosso.
                  Cacce alle streghe
                  scambiate per guerre Sante.
                  Non hai armi,
                  non hai sogni, muori in silenzio
                  maledetta Solitudine.
                  Nelle mie intrepide liriche
                  varie volte ti ho citato,
                  nelle notti insonne
                  alla ricerca di Dio con te gridavo
                  e ancorato al silenzio
                  disinnescavo il mio fottuto
                  animo ribelle.
                  Padroni maledetti creavano
                  le armi dorate usate
                  per sparare i Santi
                  lecchini innocenti del Signore
                  nostro padre per chi crede,
                  Re del niente per chi
                  come me non ha ricevuto i suoi respiri.
                  Antonio Prencipe
                  Composta mercoledì 19 ottobre 2011
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                    Scritta da: Antonio Prencipe

                    Da terra ho raccolto la vita

                    Sai vita...
                    Certe volte ho goduto
                    dell'inferno che mi hai dato.
                    Non diventerò mai padre
                    perché so quanto costa vivere.
                    So quanto costa raccogliere
                    le lacrime da terra e gettarle
                    nella pattumiera assieme ai sogni
                    impossibili, spregiudicati vandali.
                    So il dolore che procura la mancanza
                    di un sorriso, di un abbraccio
                    nelle notti fredde d'inverno
                    e nel caldo torbido
                    di una giornata d'agosto.
                    Aver paura d'uscire in mezzo alla gente
                    perché ci si sente troppo inutili,
                    troppo stronzi.
                    Forse è la troppa sensibilità
                    o forse è il troppo egoismo...
                    Ma io mi sento così
                    amo troppo il mio dolore...
                    Amo troppo tutto e preferisco non
                    mettere al mondo un essere
                    così bello, così puro,
                    lo proteggerei troppo dalla vita,
                    dalle sue unghie che graffiano
                    e lasciano lividi che non se ne vanno
                    sulla pelle...
                    Soffrire equivale a vivere.
                    Amare equivale a morire
                    sorridente tra le braccia dell'orizzonte.
                    Dalla mia faccia pallida
                    lavo via il paese,
                    stanca di cercare qualcuno
                    per poter ritornare me stesso.
                    Ho smesso di scrivere
                    mi trema il respiro ed ora
                    non sento più il suono del mio silenzio.
                    Spesso mi sono guardato allo specchio
                    e piangendo mi sono detto chi sei.
                    Vita... Sul ciglio di questa strada
                    troppi vetri sparsi s'infilano
                    nella carne e dissanguano il sentimento
                    più remoto e restio.
                    Antonio Prencipe
                    Composta domenica 23 ottobre 2011
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