Le migliori poesie di Gianluca Cristadoro

Ingegnere, nato giovedì 15 agosto 1968 a Roma (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Indovinelli, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione, in Proverbi e in Diario.

Scritta da: Gianluca Cristadoro

Er pavone

Er satanasso se rivorse a me e me disse:
"Tu te credi de me d'esse più bbono, de core e de faccia.
D'esse spavardo e de fegheto avecce.
Ma stamme a senti': Tu sei bbono sortanto
a anna' 'n giro a fa' er pavone,
a cerca de fatte 'na reputazione,
a fa' crede all'artri che sei er mejo.
Che nun te serve gnente e che da solo poi anna' avanti.
Che nun vivi de nostargia e de rimpianti.
Che co' la ggente ce sai fa'.
Che conosci er monno e che a tutto poi arriva'.
Bravo! Te meriti n'applauso.
Tutti" n piedi a osanna "er campione.
Noi pori cristiani miseracci,
vestiti co' le toppe e 'n po' de stracci.
Noi a urlatte tutti 'n coro - Li m***acci! -".
Gianluca Cristadoro
Composta lunedì 17 febbraio 2014
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    Scritta da: Gianluca Cristadoro

    Il pazzo sapiente

    C'era un pazzo stamani sul treno,
    la lingua spiegata e senza alcun freno
    I pensieri morbosi legati da un filo
    la storia di drammi vissuti all'asilo
    tormento di giorni passati a picchiare
    la testa sul muro cercando l'amore.
    L'amore sottratto al cuore di un bimbo
    che vita e speranza mai vide e l'assenza
    d'affetto materno sognando l'essenza.
    Prostrata la mente a membra ancor vive
    Addita la gente di colpe inaudite.
    Ma in quei suoi discorsi vaghi e stravolti
    tocca sul vivo la storia di molti.
    Gianluca Cristadoro
    Composta mercoledì 23 luglio 2014
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      Scritta da: Gianluca Cristadoro

      L'agnolo custode

      All'agnolo custode
      che Iddio me dette 'n dote
      je vorzi dije chiatto
      che stavo a uscinne matto

      cercanno dappertutto
      cor freddo e coll'asciutto,
      pe' mari, monti e anfratti,
      fra sorci, cani e gatti.

      "Andove t'annisconni?"
      Je urlai co' tutto er core.
      "Perché nun ma risponni?
      Me dichi si stai fori?

      O ppuro drento casa
      cercanno quarcheccosa,
      de sotto o nell'armadi
      o stai a gioca' coi dadi?

      C'ho vote le saccocce,
      lavoro nun se trova.
      Mi moje rompe l'ova
      e riempie de fregnacce.

      No scherzo der cervello
      o 'n zogno ad occhio aperto?
      Lo sguardo arzanno sverto
      vedetti capoccello.

      Da nuvola se sporze
      e sbadijanno arquanto
      ste frasi me rivorze:
      "Chi è che strilla tanto?

      Nun vedi che riposo,
      è fermo sindacale.
      E' sciopero che sposo,
      qui stamo tutti male.

      Ner tempo ch'è passato
      de agnoli era zzeppo,
      c'ognuno santo è stato
      ma mo s'è perzo er ceppo!

      Ormai qui er celo è tetro
      semo agnoli ammalati
      e a troppi disgraziati
      dovemo staje dietro.

      Ma tu che te lamenti
      e ggnente da fa' c'hai,
      nun è che te la senti?
      Na mano me la dai?

      Der santo nun c'hai stinco
      nun devi preoccupatte.
      Io l'artri li convinco,
      Tu inizzia a preparatte! ".

      Sentenno st'orazzioni,
      grattati li scongiuri,
      penzai che i tempi duri
      in fondo erano bboni.

      Poi senza fa' rumore
      me misi drento a lletto
      e ar mio piu' dorce amore
      je sussurrai 'n bacetto.

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      All'angelo custode che Dio mi donò
      volli dire chiaramente
      che stavo diventando matto

      cercandolo dovunque
      al freddo e con il caldo
      per mari, monti e luoghi angusti
      fra topi, cani e gatti.

      "Dove ti nascondi?"
      Gli urlai con tutto il cuore.
      "Perché non mi rispondi?
      Mi dici se stai di fuori?

      Oppure dentro casa
      cercando qualche cosa,
      di sotto o negli armadi
      o stai giocando con i dadi?

      Ho le tasche vuote,
      lavoro non si trova.
      Mi moglie è seccante
      e mi riempie la testa di sciocchezze.

      Forse uno scherzo della mente
      o forse un sogno ad occhi aperti?
      Sta di fatto che alzando prontamente lo sguardo
      vidi una testolina.

      Si sporgeva appena da una nuvola
      e sbadigliando non poco
      mi si rivolse dicendo:
      "Chi è che strilla tanto?

      Non vedi che riposo,
      Oggi e' giornata di sciopero sindacale.
      Ed è uno sciopero che condivido.
      Qui da noi c'è un malessere generale.

      Nel tempo che è  passato
      di angeli era pieno,
      anche perché ognuno di loro in terra è stato un vero santo,
      ma ormai sembra che i santi si siano estinti!

      Ormai qui l'ambiente è tetro,
      siamo tutti angeli sofferenti
      e malgrado cio' ci tocca soccorrere
      tanti sventurati come te.

      Ma tu che ti lamenti
      e non hai nulla da fare,
      non è che te la senti
      di darmi una mano?

      Non sei certo uno stinco di santo
      ma di questo non devi preoccuparti.
      Io gli altri posso convincerli.
      Tu pero' intanto inizia a prepararti! ".

      Sentendo questi discorsi,
      fatti i dovuti scongiuri,
      pensai che in fondo i periodi difficili
      non erano poi così male.

      Poi senza far rumore
      mi infilai a letto
      e al mio dolce amore
      sussurrai un bacio.
      Gianluca Cristadoro
      Composta venerdì 11 settembre 2015
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        Scritta da: Gianluca Cristadoro

        Fila-Strocca

        Filastrocca che non dice niente
        pensata apposta per tutta la gente
        che grida e che sbuffa
        ch'azzanna e s'azzuffa.

        Filastrocca che niente sa dire
        a tutta la gente che vuole partire
        che piange e che finge
        che falsi sorrisi sul volto dipinge

        Filastrocca di senso priva
        che già se ne va non appen'arriva.
        Gianluca Cristadoro
        Composta venerdì 4 gennaio 2019
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          Scritta da: Gianluca Cristadoro

          La befana nella botte

          La befana vien di notte
          senza scopa, in una botte
          per non farsi più vedere
          mentre beve un buon bicchiere
          ed i bimbi dormon quieti
          a Milano, Foggia e Chieti.

          Ma nel rotolarsi allegra
          nella botte d'uva negra
          una calza le s'impiglia
          ed un filo s'attorciglia.

          A rimedio del disastro
          senza vasi d'alabastro
          per riporre i dolci doni,
          solo per bambini buoni,
          Il cappello sgangherato,
          come sempre malandato,
          poggia presso al caminetto.

          Sembra un piano assai perfetto.

          Ma allorquando lo riempie
          stan per torcersi le tempie
          che i dolcetti giù pè i buchi
          scivolando come bruchi
          a finire dentro al fuoco
          vanno dritti a poco a poco.

          Una fiamma dolce s'alza,
          un profumo senza calza...
          Né dolcetti e né carbone
          per cattivi o bimbe buone.

          La befana va di notte
          senza calza e senza botte
          né cappello alla romana.
          Che disastrò sta befana!
          Gianluca Cristadoro
          Composta venerdì 4 gennaio 2019
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