Che buffo!
La vita sembra fermarsi
ai ricordi,
alle emozioni di un tempo.
Cerchi te stesso
sgretolando le incertezze,
scacciando orripilanti fantasmi
dal vecchio castello
senza abbandonarti ai piaceri
dell'immaginazione.
Ho camminato a piedi nudi
tra i cunicoli del Tempio.
I passi avevano paura di svegliarti...
Titubante ho bussato alla porta.
Mi seguivi silenzioso,
ne avvertivo la presenza...
Ti sei accostato al mio fianco
con espressione serena,
amichevole.
Ridiscendo lentamente
il fiume di emozioni.
Silenziosamente...
Senza far rumore...
Amante delle stelle,
compiaciuta,
ti concedi ad esse.
Ruffiana della luna,
ogni sera la prendi sottobraccio
per mostrare al mondo intero
l'arcano viso.
Signora del buio, felice aspetti chi,
smanioso di sedurti,
penetra nel segreto regno
per vivere una indimenticabile
storia d'amore.
Disperato
Entrai in quella casa.
L'urlo del vento
Uccise l'usignolo.
Cantava i miei tormenti
All'ombra del vecchio cipresso.
Greve è il silenzio.
Io, bambino infelice,
Ogni sera parlavo alle stelle.
Remavo...
Giorno dopo giorno
Il mare cullava
Ogni mia malinconia.
Ho camminato sopra
una crosta di terra
senza trovare
quel che cercavo.
Ho chiesto a un bambino
se sapeva di un posto
nascosto nel cielo,
è bastato un attimo
per capire.
Ha scritto una lettera
di ghiaccio,
si è sciolta sotto
un tiepido raggio.
Una luce mi fa strada
nell'immensa valle del sole.
Mi sono fermato:
finalmente ho trovato
quello che cercavo.
Or ch'ella è muta,
la cetra ch'Amor sonava
sotterra giace.
Oh ninfa dall'auree trecce,
dentro al cor ch'a gran pena,
la cieca stagione bussa.
Nei sogni appar più bella.
Sospirando a' piè de l'alveo fiume,
al cammin rinuncio lagrimando.
Arde ancor la fiamma che 'l vento,
nel tempo,
l'alma non ha spento.
Bambina, ti rifugiavi
nei silenzi del tramonto,
parlavi all'amica stella.
S'ode una musica nell'aria...
Canta la notte il vago uccello
allor che il Gran Carro s'accende
nelle argentee vie del cielo.
S'illumina l'alba, sorride il mattino
ch'apre le braccia al bianco cigno
tra rose vermiglie e fiori d'arancio.
Dalla vecchia balera
le note dell'orchestra vibrano e danzano
tra le nuvole.
Tra le sue braccia soffocai,
bambino,
il disperato pianto.
Stagioni di piogge
l'alma ferisce,
speranze tradisce.
Più sognar potei,
né luci vedere,
voci ascoltare.
S'aprì la porta...
L'estate
il temporale portò via.
Vidi il mare,
un bianco airone volare,
gli occhi suoi brillare.
Che strano...
Li ho incontrati,
non ho avuto paura.
Silenziosi,
cavalcavano le nuvole.
Li aspettavo...
Sapevo che sarebbero venuti
per cambiare il mondo...
Oggi, come ieri, non sarà domani.
S'alza il vento...
Che strano...
Li ho incontrati,
non ho avuto paura.
La luce lo acceca...
Chiude gli occhi,
una sensazione di quiete
lo pervade.
Angoscioso dubbio
lo assale.
L'oscurità gli fa paura.
Una voce canta
la gioia di vivere.
Sussurra: sono io,
la tua anima.