Poesie di Jacqueline Miu

Scrittrice, nato lunedì 25 dicembre 1967 (USA - Stati Uniti d'America)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Cristina Metta

Valerica

sarò con te fino all'alba
per farti da guida nel buio
e indicarti dove sbocciano stelle
verso cui esprimere desideri
e se dovessi perderti sul tragitto
se non mi vedi nel tuo mondo
segui su quel sentiero la mia voce...
ti amo non avere paura
stanotte sarò il tuo farò e sarò lì quando lo guarderai – lì io ci sarò per sempre
a volte fa male sai
fa male nel petto l'assenza
mi domando quante stelle visiterai
e a quante avrai parlato di ciò che eri
non smettere di sentirmi perché odio tanto il silenzio
non ricordo la tua voce
ma ricordo com'eri
sia il tuo viaggio audace
e i tuoi confini sfiorino l'Oltre
e se nella solitudine tu avessi nuovamente paura
io non ho dimenticato
tu aspetta
arrivò
a ci faremo da faro a vicenda.
Jacqueline Miu
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    Scritta da: Cristina Metta

    St. Ermin’s

    L'amore per un posto è un affetto intimo.
    Ti possiede con tatto e ti preserva in ricordi
    che nulla, potrà cancellarli.
    È come un nido che sfida Scotland Yard coi mattoni rossi,
    oh my Bridal Suite guarisco a Londra
    m'è felice il petto solo baciando le nuvole
    pioggia o sole o api nelle arnie esposte sul piccolo terrazzo
    meraviglia s'incipria il viso con stemma nobile

    basta un cioccolatino sul guanciale

    e ti senti un fiore...

    Ti porterò nei miei pensieri sempre e tornerò
    perché è come tornare a casa.
    L'ora del Tè nel salottino bohème,
    tonerò a girare l'angolo della strada mirando ai torrioni rossi,
    sarò come sposare la direzione giusta della sorte sempre.
    Good Morning Lady e s'apre sul marmo bianco un sorriso,
    giornata carica di luce e di affari.
    Polpa di fiori ovunque nei grandi vasi, che bellezza!
    Già mi manchi.
    Oggi ti penso.

    Domani io torno.
    Jacqueline Miu
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      Scritta da: Cristina Metta

      Epidemia di rose

      C'è epidemia di rose.
      Un sole da mantecare col sangue prima d'amore.
      Pulire l'organo genitale dell'immaginario con cui concupisci chimera
      e tieni l'odore di mare nel fazzoletto della nonna
      così se mezzanotte non avesse stelle, lo sventolerai
      braccio alto verso gli astri _ a chiamare le ombre
      già predisposte a dolcezza.
      Falene come grizzly in agguato aspettando sera,
      devi essere veloce a decidere la durata dei sogni
      ma non guardare la copula del buio con l'inferno,
      le maschere, i volti, potrebbero spezzarti il cuore.
      C'è epidemia di rose. Troppo profumo?
      Troppa primavera o mai abbastanza rondini?
      Merli, ovunque piccioni e corvi
      pronti per fare da modelli in un quadro di pollock,
      ed è uno sputo di colore ovunque nei vasi, nei campi, nei boschi;
      è pazza, ti fa pensare, la primavera coi suoi disturbi d'umore,
      caldo. Tiepido. Freddo, sole o pioggia
      ma quanti capricci...
      l'attimo che ti perdi è quello in cui chiusi gli occhi,
      vai nell'oltre,
      al diavolo il sonno, l'insonnia è veggenza –
      è vittoria sulla materia...
      balli di moscerini innocenti sui resti di frutta,
      venere in piume saltella sui tetti,
      se non è una colomba allora è uno spettro _ aspetta!
      Nuovamente quell'odore della notte addosso – scaccialo dalla testa, dalla pelle,
      caccia via il mostro dalle forme del male
      che t'inchiodano se solo
      e goditi la luce con tutti i suoi misteri.
      Non è buio.
      Il sole e poche nuvole avvolte da un dolore post parto di arcobaleni
      ...
      una pioggia masticatrice di nervi in quelle nuvole,
      spegni, accendi, spegni, riaccendi, è intermittente il tuo cervello
      quando si tratta di noia.
      Scrivi, dipingi questo momento di aria che porta avanti i profumi
      a nessuno importerà mai di loro eppure
      ci sarà uno, uno solo di pazzo innamorato a cogliere un fiore
      e a portarlo chissà dove _
      non saprai se la sua storia finirà bene ma finché luce
      sbrividerranno ubriachi i sentimenti.
      Jacqueline Miu
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        Scritta da: Cristina Metta

        Bastille Requiem

        L'immaginario ha un torso di legni a contatto col sole
        e vicino alla fiamma
        ammazzo il tempo lungo le rive del fiume per assorbirne il senso
        ho ragione di credere ci siano fantasmi
        che si specchiano in queste acque
        tu mi hai mai visto così? così innamorato da avere paura?
        all'oste ubriaco non dare la bere l'acqua
        così come al sognatore non dire non dire dove guardare
        chiamami alza la mano sopra le teste dei passanti _ ancora non ti vedo
        c'è una buganvillea che azzarda un fucsia stridente contro le case
        ah i fiori _ i fiori sono il passato e il presente di tutti i grandi amori
        che si legano nella memoria ai loro profumi

        a volte sopra gli scogli della vita si abbattono tempeste
        li smussano ma non cancellano quell'ostinazione
        con ci guardano al re oceano dotto di orgoglio
        oh no gli scogli sono soldati passivi per scelta di natura
        come i poeti
        che da insonni difendono gli ideali

        a sto petto oggi mancano gli abbracci
        quanta Pandemia servirà per ricordarci la morte
        ho un mazzo di violette prese dai vasi del terrazzo
        ma non ho il coraggio e il piccolo diavolo in me ghigna
        oh traditore...

        c'è un genuflesso gargoyle che non teme la storia
        ha l'ardire di contrastare l'incendio del proprio corpo
        se Parigi non fosse Parigi ma un villaggio qualunque – ti direi scappa da ma
        ma tu resta _ questa è la città dove persino le nuvole contemplano l'amore
        dove persino i tetti sono colorati
        e la bocca delle metro invitano a cercarsi
        gli alberi sono muti non dicono niente
        verde è qualunque cosa abbia linfa mi duole poco di loro
        ma il fiume mi ricorda quando mi sei vicino
        e mi stringi
        ecco il senso delle guglie sopra un Duomo
        ecco il senso dei sogni nel profondo immaginario
        ecco il senso dei Gargoyle quando in strada cammina la morte
        noi siamo come gli angeli in missione che non hanno mai visto il volto di Dio ma concepiscono bene l'amore

        mi andrebbe del caffè ma i bar sono chiusi
        mi andrebbe del vino mai bistrot sono chiusi
        stessa cosa vale per tutto in tutto il mondo
        ma io ho fame
        ma io ho sete
        e voglio farlo mentre la gente cammina e ride
        mentre corre e si dispera
        voglio sognare mentre ti osservo il corpo
        mentre lo faccio mio
        mentre mi chiami _ ti ricordi il mio nome? ti ricordi che eri felice?
        il mio blasone va di moda solo tra i strafatti
        lo tengo solo per ricordarmi da dove vengo e dove voglio andare
        strade che mai vorrei finissero vuote
        quanta bellezza sprecata
        solo per gli occhi delle statue di pietra

        sono forse accecato da nostalgia?
        come un cane per il proprio padrone
        come una Bastiglia per i suoi rivoluzionari
        le donne... dicono gli altri... meglio se sono silenziose
        no! io voglio che parli
        che vivi che canti che imprechi che ami
        silenzio è solo per la tomba

        Eiffel faro spento faro triste senza traffico
        primavera per insetti felici noi – ammalati come in guerra
        una città vuota che chiama libertà quattro pareti e i loro soffitti
        sono un marziano – non mi contagia il male
        e ti amo
        questo dirò alla storia quando si tornerà in strada
        questo dirò al bicchiere di vino loquace
        all'oste ubriaco che non vorrà l'acqua
        gli dirò che tu parli che tu ami
        ora aspetto... violette... un fiume senza barche e il cielo terso

        io non voglio essere un angelo
        voglio essere un uomo
        ogni giorno per il tempo che mi resta
        potere amare
        e dire come l'acqua del fiume ai romantici - la mia storia

        Milky Way Man

        noccioline cosmiche nelle teste dei malati di stelle
        notti di Luna cicciona
        splendente per le noccioline cosmiche nelle teste dei malati di stelle
        tenebra gotica mi trascino verso il tuo cuscino
        posso baciarti con tutti i fantasmi che danzano pirati
        su quest'isola di mortali chiamata Tortuga
        nella Via Lattea le tenebre della Terra sono un nodo
        per folli

        assenzio sulle tue labbra
        lacrimo amore
        verrò domani mattina
        suonerò alla tua porta _ tu apri
        ci sono i giardini in fiore
        le strade formicolanti
        ti nasconderò in un bar per guardare la tua bellezza
        finché il caffè diventerà freddo
        le brioches perderanno il gusto e tu sarai più dolce
        le daremo in briciole agli uccellini
        la tua faccia sarà sorpresa e io mi sentirò un eroe

        notti di noi prigionieri
        a fare staffetta con le ombre die mobili
        a rispolverare libri con copertine usurate
        finché gli occhi trasgrediscono alla storia per cercarsi
        altre mete
        in aria
        nel vuoto
        altrove

        vengo da te
        mi arresteranno al confine del comune
        mi segnaleranno per ribelle
        rischierò il carcere
        ma sono bugiardo
        rischiare la tua vita per un mio ghippo di solitudine – jamais!
        troubadour in chioccia a casa
        col cuore sciroppo d'acero istigo alle api
        non sarò altro oggi
        per te

        alla vita
        ritornare insieme
        vedere gente
        ascoltare i rumori
        e rubarti baci nei momenti più strani
        mentre il mondo avrà altro da fare
        da scrivere per il proprio destino
        oh prego che passi in fretta sta notte
        la Luna resterà al giorno come il sonno agli insonni
        saremo gazzelle romantiche in un giardino beato
        con tutto quello che hanno creato i poeti
        per amarci

        notti di luna cicciona
        oh mia musa cantami dolce
        tornerò dal silenzio dei muri
        al tuo dormire quieto per un abbraccio.
        Jacqueline Miu
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          Scritta da: Cristina Metta

          Just flowering in the moonlight

          Luna spezzacori ti sento dentro
          ombre di alberi come titani sull'acqua
          ho una collezione di nuvole nelle tasche dei pantaloni
          persino nei calzini
          azzurro ferito
          mi pare di camminare coi piedi zuppi dopo una lunga giornata
          so d'incontrarti
          oltre questa galera d'oro con cupidigia per i sensi
          frenati
          da una piccola Apocalisse
          con equipaggi di estinti e la speranza una reliquia
          io vendico le strade dalla pioggia
          con una danza sciamanna sotto i lampi di temporali _
          sono nudo
          sono in un sogno?
          l'amore mi reclama ed io volo
          con queste ali di albatro urlatore
          sono un mare
          un oceano io sono
          un corpo che mi apre a meraviglia
          avrei voluto fossi stata tu a scrivermi questa poesia
          ma io la scriverò per me
          perché?
          perché sono un uomo col cuore di mille Byron
          sono un Mallarmè in una struggente insonnia di fin de siècle
          solitudine – scoglio _ soglia
          un giovane Rimbaud madido di eccessi amorosi
          una barbara carne allenata al dolore di Poe
          sono una nota che graffia l'udito
          poiché stridula e non dolce
          né compiacente col creato
          e posso
          posso infrangere i muri del tempo
          dell'odio
          del destino e persino dell'amore
          questo è il sacrificio di un cuore
          sull'altare della tu memoria
          come condividere
          l'alba è fresca con un cuore farfalla
          c'è sentore di vita ancora lontano il caos
          jazz di fantasmi
          ho un Central Park nel mio polmone verde
          dove tu innamorata passeggi
          tip tap sulle foglie cadute col pestifero vento
          ho tutto
          spenti i pensieri
          mi sorreggi sulla punta delle dita
          come un pianeta che fai girare desiderando

          ferma il sorgere del sole!
          Luna da temporale sulla pelle stasera
          fradicio e preso a palmi dal vento
          io brucio nello show idilliaco dei sogni
          non sarò mai perfetto
          nemmeno tiranno
          I've for ya my Armageddon kiss
          don't be late my love
          tonight I'm flowering
          mi senti?
          mi ascolti?
          è desio.
          Jacqueline Miu
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            Scritta da: Cristina Metta

            Fino all'ultimo

            Ho visto il male troppe volte, così spesso da aver perso il conto
            mai ho mollato quando il dolore si è fatto sentire più forte
            ho dato calci all'impotenza e mi sono fatto scudo con un altro forza!
            Ma nessuno davvero sa quanto sia difficile non stare in piedi ma provarci
            se mi trascino soltanto e qualcuno ride _ non mi fa strano
            quel passo mi costa più di una vittoria tra i normali
            faccio finta di niente perché non voglio piangere
            per le ferite nella mia vita
            il mio inferno potrebbe essere di chiunque
            meglio pensare a sorridere finché i muscoli vanno
            stringere i denti e seguire i sogni.
            Jacqueline Miu
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